1 novembre: SOLENNITÀ DI TUTTI I SANTI
2 novembre: COMMEMORAZIONE DI TUTTI I FEDELI DEFUNTI

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L’1 novembre si celebra la solennità di Tutti i Santi, che ci fa gustare la gioia di far parte della grande famiglia degli amici di Dio, o, come scrive san Paolo, di “partecipare alla sorte dei santi nella luce” (Col 1,12).

“Quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente!” (1 Gv 3,1).

Sì, diventare santi significa realizzare pienamente quello che già siamo in quanto elevati, in Cristo Gesù, alla dignità di figli adottivi di Dio.

Con l’incarnazione del Figlio, la sua morte e risurrezione, Dio ha voluto riconciliare a sé l’umanità ed aprirla alla condivisione della stessa sua vita.

Chi crede in Cristo Figlio di Dio rinasce “dall’alto”, è come rigenerato per opera dello Spirito Santo.

Questo mistero si attua nel sacramento del Battesimo, mediante il quale la madre Chiesa dà alla luce i “santi”.

La vita nuova, ricevuta nel Battesimo, non è soggetta alla corruzione e al potere della morte.

Per chi vive in Cristo la morte è il passaggio dal pellegrinaggio terreno alla patria del Cielo, dove il Padre accoglie tutti i suoi figli, “di ogni nazione, razza, popolo e lingua”, come si legge nel Libro dell’Apocalisse (7,9).

Per questo è molto significativo e appropriato che dopo la festa di Tutti i Santi la Liturgia faccia celebrare l’indomani la Commemorazione di tutti i fedeli defunti.

La “comunione dei santi”, che professiamo nel Credo, è una realtà che si costruisce quaggiù, ma che si manifesterà pienamente quando noi vedremo Dio “così come egli è” (1 Gv 3,2).

E’ la realtà di una famiglia legata da profondi vincoli di spirituale solidarietà, che unisce i fedeli defunti a quanti sono pellegrini nel mondo. Un legame misterioso ma reale, alimentato dalla preghiera e dalla partecipazione al sacramento dell’Eucaristia.

Nel Corpo mistico di Cristo le anime dei fedeli si incontrano superando la barriera della morte, pregano le une per le altre, realizzano nella carità un intimo scambio di doni.

In tale dimensione di fede si comprende anche la prassi di offrire per i defunti preghiere di suffragio, in modo speciale il Sacrificio eucaristico, memoriale della Pasqua di Cristo, che ha aperto ai credenti il passaggio alla vita eterna.

(Benedetto XVI)