“IL PRIMO CANTAUTORE”

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 In un vecchio libro del 1896 di C. Berutti, intitolato “Lo spirito di Alfonso”, ho scoperto che il primo cantautore, nel senso che diamo oggi a questa parola, fu il vescovo S. Alfonso Maria De’ Liguori, una delle personalità più ricche del 1700 napoletano, il santo che prima di essere sacerdote e fondatore dei Missionari Redentoristi, fu brillante avvocato nel foro di Napoli.

Cantautore in quanto nel Natale del 1754 compose testo e musica del canto natalizio “Tu scendi dalle stelle“, e per primo lo cantò.

Il Berutti racconta questo particolare.

S. Alfonso, insieme ad altri confratelli, predicava una Missione nella città di Nola, dove era ospite di mons. Michele Zambedelli. Quivi fu composto “Tu scendi dalle stelle”. Appena mons. Zambedelli lo seppe, chiese il permesso di copiarlo, ma il Santo rispose che non poteva prima che fosse stampato. Alla sera, giunta l’ora della predica, S. Alfonso andò in chiesa e, subito dopo, don Michele, padrone di casa, entrò nella camera di Alfonso, copiò la canzoncina e poi andò in chiesa anche lui. Ad un certo momento S. Alfonso intona, con meraviglia del popolo, la sua nuova composizione. Senonchè, eseguita qualche strofa, un’amnesia improvvisa non gli consentì di continuare. Allora dice al chierichetto: «Chiamate subito don Michele il quale sta nel coro, e tiene in saccoccia (in tasca) lo scritto della mia canzoncina; ditegli che me la porti per poter proseguire». Aggiunge il Berutti che “arrossì don Michele a questa intonazione, ma poichè osservò che il Santo, essendosi sovvenuto, proseguiva la canzoncina, non vi andò, e neppure ardiva di presentarsi a lui la sera in casa.

Ma il Santo lo mandò a chiamare e gli disse per ischerzo che gli avrebbe intentato un processo per furto di manoscritto”.

Per una esigenza pastorale, cioè per il bene del popolo, era nata la più bella melodia natalizia che dalla città di Nola si sarebbe poi diffusa a tutte le chiese d’Italia, dalla più sontuosa basilica fino alla più povera chiesetta di campagna.

 

 

NB. L’articolo è di Giacomo Cirelli (Frosinone) del 15/1/1985

 

A cura di Mons. Bruno Magnani