Domenica 15 gennaio: GIORNATA PER LE MIGRAZIONI

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Annunciare Gesù Cristo unico Salvatore del mondo costituisce la missione essenziale della Chiesa.

Oggi avvertiamo l’urgenza di promuovere con nuova forza e rinnovate modalità l’opera di evangelizzazione in un mondo in cui l’abbattimento delle frontiere e i nuovi processi di globalizzazione rendono ancora più vicine le persone e i popoli, sia per lo sviluppo dei mezzi di comunicazione, sia per la facilità con cui sono resi possibili spostamenti di singoli e di gruppi.

In questa nuova situazione dobbiamo risvegliare in ognuno di noi l’entusiasmo e il coraggio che mossero le prime comunità cristiane ad essere intrepide annunciatrici della novità evangelica, facendo risuonare le parole di san Paolo: “Annunciare il Vangelo non è per me un vanto; perché è una necessità che mi si impone: guai a me se non annuncio il Vangelo!”.

Il tema per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato è: “Migrazioni e nuova evangelizzazione”.

Le migrazioni come sbocco per la ricerca di migliori condizioni di vita o per fuggire a persecuzioni, guerre, fame e catastrofi naturali, hanno prodotto una mescolanza di persone e di popoli senza precedenti, con problematiche nuove non solo da un punto di vista umano, ma anche etico, religioso e spirituale.

Le attuali ed evidenti conseguenze della secolarizzazione, l’emergere di nuovi movimenti settari, una diffusa insensibilità nei confronti della fede cristiana, una marcata tendenza alla frammentarietà, rendono difficile focalizzare un riferimento unificante che incoraggi la formazione di una sola famiglia in società che si fanno sempre più multietniche e interculturali, perché si possa trovare una serena e fruttuosa convivenza nel rispetto delle legittime differenze e nel dialogo.

Il nostro tempo è segnato da tentativi di cancellare Dio e l’insegnamento della Chiesa dall’orizzonte della vita, mentre si fanno strada il dubbio, lo scetticismo e l’indifferenza, che vorrebbero eliminare persino ogni visibilità sociale e simbolica della fede cristiana.

In tale contesto, i migranti, cresciuti in seno a popoli marcati dalla fede cristiana, spesso emigrano verso Paesi in cui i cristiani sono una minoranza o dove l’antica tradizione di fede non è più convinzione personale né confessione comunitaria.

Qui la Chiesa è posta di fronte alla sfida di aiutare i migranti a mantenere salda la fede, anche quando manca l’appoggio culturale che esisteva nel Paese d’origine.

In alcuni casi si tratta di un’occasione per proclamare che in Gesù Cristo l’umanità è resa partecipe del mistero di Dio e della sua vita di amore, è aperta ad un orizzonte di speranza e pace, anche attraverso il dialogo rispettoso e la testimonianza concreta della solidarietà. In altri casi c’è la possibilità di risvegliare la coscienza cristiana assopita, attraverso un rinnovato annuncio della Buona Novella e una vita cristiana più coerente, in modo da far riscoprire la bellezza dell’incontro con Cristo, che chiama il cristiano alla santità dovunque si trovi, anche in terra straniera.

Inoltre nei confronti di uomini e donne provenienti da varie regioni della terra, che non hanno ancora incontrato Gesù Cristo o lo conoscono soltanto in maniera parziale, è necessario trovare adeguate modalità perché possano incontrare e conoscere Gesù Cristo e sperimentare il dono inestimabile della salvezza.

L’annuncio della salvezza in Gesù Cristo sarà fonte di sollievo, speranza e gioia piena.

(Dal messaggio di Papa Benedetto XVI)