Spunti di riflessione dalla parola di Dio e dalla vita

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«DONACI, SIGNORE DI VIVERE PIENAMENTE IL DONO DEL TEMPO»

Hanno detto: “Il Verbo è la fonte ed insieme la luce: è fonte per chi è assetato; è luce per chi è cieco. Apri gli occhi per vedere la luce, spalanca le labbra del cuore per bere alla sorgente: bevi ciò che vedi e ciò che ascolti. (S. Agostino)

Saggezza popolare: “Oggi è un giorno buono come qualsiasi altro per lasciare questo mondo”. (Indios d’America)

Un aneddoto: Helder Camara, l’arcivescovo di Recite, una vita impegnata nella sua scelta di difendere i contadini e i poveri contro la prepotenza dei latifondisti e la pressione economica delle multinazionali, aveva avvertito a soli otto anni la sua vocazione al sacerdozio. Ecco come ricorda questa tappa cosi significativa della sua vita.

“Ho desiderato fin da ragazzo diventare un sacerdote. Un giorno mio padre, che non era religioso, mi disse: «Vedo che ti stai facendo grande e ripeti sempre che vuoi farti sacerdote. Ma lo sai veramente quanto è dura la vita del sacerdote?» E allora quell’uomo, che non aveva studiato, che non era religioso, mi ha dato una spiegazione formidabile, meravigliosa di quello che deve essere un sacerdote. Mi ricordo benissimo quel che mi disse: «Il sacerdote non ha diritto di rinchiudersi in se stesso: è un uomo che non appartiene a se stesso, ma soltanto a Dio e agli uomini. Soprattutto agli uomini, perché Dio non ha poi tanto bisogno di noi.

Quello che Dio vuole è che ci occupiamo degli uomini»”.

Il Vangelo: “I pastori andarono dunque senz’indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore” (Luca). Giorno di festa, di auguri, di benedizioni. E quasi a contrasto Maria Santissima, Madre di Dio, medita in silenzio e contemplazione. Due modi di accogliere il tempo del nuovo anno che ci viene donato. Quello fracassone, quasi che gridando più forte si scacci via il male, e quello contemplativo per vedere le opere di Dio.

Abbiamo bisogno, o Maria, di un po’ del tuo silenzio, non vuoto ma pieno di Dio; abbiamo bisogno di ripensare all’anno passato perché non vogliamo buttarlo via: è un anno della nostra vita.

Vogliamo ripescare nell’angolo più nascosto di noi stessi la speranza che si fonda su Dio.

Nel silenzio vogliamo vedere se siamo ancora capaci di meraviglia e di ringraziamento.

Vorremmo il silenzio esteriore per riappropriarci e far cantare in noi i suoni della natura di cui siamo parte.

E nel primo giorno dell’anno, chiediamo a Te, Maria, che ogni giorno ci sia per noi un momento di raccoglimento per adorare, lodare, chiedere perdono per incontrare tuo Figlio Gesù“.