6 gennaio: IL SIGNIFICATO DELL’EPIFANIA

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Epifania è una parola che deriva dal greco e che significa “manifestazione”. La manifestazione si fa, di solito, quando ci si raduna per una cosa importante e si desidera che tutti la conoscano o la possano vedere.

La manifestazione che si celebra oggi è speciale perché è la manifestazione del Signore.

Nel Vangelo dell’Epifania si parla dei Re Magi: a loro per primi Gesù si manifesta. Questi “re” venuti dall’Oriente vengono tradizionalmente rappresentati con fisionomie particolari, uno diverso dall’altro, per farci capire che rappresentano le persone di ogni parte del mondo: tutti i popoli della terra che vengono ad adorare Gesù.

È dunque la prima volta in cui Gesù si fa conoscere come Figlio di Dio, la prima volta in cui manifesta a tutti il suo amore per noi. Ecco il significato di Epifania!

L’evangelista Matteo racconta che: ”Alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: Dove è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo”.

I Re Magi sono uomini sapienti, studiosi, sono soprattutto astronomi che studiano gli astri e cercano di leggere i segni che il cielo manda. Non sono certo “maghi” nel senso in cui noi intendiamo oggi la parola!

Studiando le stelle, i Magi si sono accorti della presenza di una stella particolare, che doveva indicare un avvenimento importante, la nascita di qualcuno di speciale: sicuramente un re, ma non un re come tutti gli altri, un Re annunciato dal cielo, che doveva perciò essere divino ed essere luce per tutti gli uomini. I Magi erano pagani, non facevano parte del popolo ebreo, non sapevano che si aspettava un Messia, eppure hanno capito, per ispirazione divina, che dovevano seguire quella luce per trovarne la fonte. Così si mettono in cammino, un cammino lungo e faticoso, pieno di sacrifici.

Anche a voi il Signore chiede di fare un cammino di impegno e di coraggio per essere suoi testimoni nella vostra vita di ogni giorno.

Dove possiamo trovare Gesù? Gesù è sempre vicino a noi, non lo dobbiamo cercare lontano: è dentro di noi, ed è anche nelle persone che ci stanno accanto! Gesù è nel nostro prossimo che ci chiede di dargli una mano, è nei genitori anziani, è nel fratello con cui non sono in pace, è in chi ha bisogno di compagnia.

È anche nell’ascolto della sua Parola: solo chi ascolta ciò che il Signore dice ha la capacità di amare.

A noi non è chiesto di andare a Betlemme come i Magi, il nostro cammino di amore, spesso faticoso, è qui, nella nostra casa, nella nostra scuola, nel nostro posto di lavoro, nella nostra parrocchia. Le tante persone che ci aiutano, i figli, i genitori, gli educatori, tutte le persone che ci vogliono bene sono come la cometa luminosa dei Magi. Se seguiamo i loro consigli arriveremo a Gesù e capiremo che possiamo anche noi essere cometa che indica la strada giusta ad altri che ancora non conoscono Gesù o che, pur conoscendolo, non ne seguono gli insegnamenti.
Oro, incenso e mirra: i doni che i Magi offrono a Gesù a prima vista sembrerebbero un po’ strani per un bambino appena nato! Naturalmente hanno un significato.

Si riferiscono cioè al fatto che Gesù è, nello stesso tempo, uomo e Dio. L’oro è di grande valore ed è donato a chi è davvero importante, ad un re. L’incenso è offerto agli dèi e Gesù è Dio. La mirra (sostanza aromatica, prodotta da un albero, usata ai tempi di Gesù per profumare i defunti), è stata portata perché Gesù è uomo e, come uomo, è mortale.

I Re Magi portarono proprio questi doni perché avevano compreso pienamente chi è Gesù.
Mettiamoci allora in cammino anche noi verso Gesù e portiamogli i nostri doni: potrà essere qualche nostro gesto di bontà, qualche sacrificio, potrà essere l’impegno di pregare di più, di impegnarci a scuola, di lavorare con onestà… provate a pensare voi cosa vorreste donare al Signore!

Anche il dono più piccolo, quando è fatto per amore, agli occhi di Dio è immenso.

don Pino