9. SPUNTI STORICI ANTICHI E NUOVI PER LA COMUNITÀ PASTORALE “MARIA MADRE DELLA CHIESA”

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Don Ambrogio VerderioNella sua vita la storia del suo Paese

Il ragazzo e il seminarista

Ambrogio nasce a Bellusco, un paesotto del Vimercatese il 5 maggio 1875, da papà Erasmo e da mamma Angela.

Egli fu battezzato lo stesso giorno, perchè doveva morire; anzi lo si voleva battezzare in una roggia che scorreva sul ciglio della strada che da casa sua conduceva alla Chiesa per paura che non arrivasse vivo.

Invece campò e divenne vispo e disposto e, grandicello, s’accompagnava al padre, un mercante ambulante. Erano quelli, a Bellusco, i tempi del Curato Mons. Secco Suardi, uomo gagliardo e potente in opere e parola. Apparteneva a nobile famiglia bergamasca e, segretario di Mons. Romilli, quando questi da Vescovo di Bergamo fu trasferito Arcivescovo a Milano, se lo portò seco.

Morto Mons. Romilli il segretario Secco Suardi preferì restare a Milano e fu parroco di Dolzago prima e poi a Bellusco.

Ricco, profuse io suo denaro a bene della parrocchia e dei parrocchiani ai quali, negli anni di poco raccolto, provvedeva la minestra giornaliera personalmente.

Carattere adamantino, aveva in pugno la popolazione che lo stimava e lo temeva.

Oratore di grido tuonava dal pulpito ogni domenica, con l’efficacia che avevano allora le prediche forti.

L’Ambrogio, che frequentava la Chiesa col padre, crebbe alla sua scuola e, per simpatia, ne riportò parte di quella fortezza battagliera che fu sempre la sua caratteristica.

Frequentò la scuola dei Fratelli della Misericordia che erano stati chiamati da Mons. Secco Suardi ad istruire la gioventù del paese e dintorni, col grande vantaggio che nacquero molte vocazioni in quei paesi.

A quattordici anni volle seguire suo fratello Giuseppe, maggiore di lui di sei anni, in Seminario.

Ai suoi compagni di Seminario dava l’impressione di un giovanotto vigoroso, rumoroso ed un po’ screanzato che, quando doveva dire qualche cosa non si fermava neppure davanti ai superiori.

Era però un bravo chierico, molto devoto e studioso.

In teologia fu anche vice-maestro di canto fermo di quello antico, del quale non si distaccò mai.

I principali comuni legati alla vita di Don Verderio
I principali comuni legati alla vita di Don Verderio

 Prete e coadiutore

Don Ambrogio fu consacrato sacerdote nel Duomo di Milano dalle mani del venerato Cardinale Andrea Ferrari il 1 giugno 1901 e destinato alla importante parrocchia di Cornate, nella pieve di Trezzo, come coadiutore.

Vi stette fino al 1907,ubbidiente al suo parroco, tutto zelo per le anime, sempre di buon umore e di buona compagnia coi colleghi viciniori.

Negli anni della sua vita di coadiutore si fece promotore di pellegrinaggi di vaste proporzioni per quei tempi, estesi alle pievi di Trezzo, Merate, Brivio e Vimercate. Portò migliaia di persone a Varallo, a Locarno, a S. Giulio d’Orta e ad altri santuari. Organizzazione perfetta, ordine e disciplina a tutta prova.

Nel vicino paese di Verderio Inferiore, in pieve di Merate, era parroco suo fratello, Don Giuseppe, uomo di inalterabile bontà, di instancabile zelo, umile quanto saggio.

In quegli anni si dibatteva in mille difficoltà per aver affrontato la necessaria costruzione di una nuova Chiesa che doveva sorgere sull’area della vecchia e della canonica, portò all’abbattimento ed alla ricostruzione immediata della Chiesa, casa parrocchiale e campanile.

Un peso enorme sulle sue spalle, con una popolazione buona ma non ricca e col non vistoso aiuto dei pochi proprietari.

Chiamò pertanto don Ambrogio in collaborazione, che così nel 1907 passò coadiutore di suo fratello.

cardinale
Il Cardinale Andrea Ferrari Don Ambrogio Verderio fu consacrato sacerdote nel Duomo di Milano dalle mani del venerato Cardinale il 1 giugno 1901
verderio
Don Ambrogio Verderio novello Sacerdote fu coadiutore a Cornate (1901 – 1907) e a Verderio Inferiore (1907 – 1908), vicario spirituale (1909) e poi parroco (1910) a Camporicco

L’anno seguente, pero, il 16 ottobre don Giuseppe moriva vittima del suo zelo.

Il fratello don Ambrogio s’adoperò per assestare le pendenze più gravi ed urgenti ma poi volle lasciare campo libero al nuovo parroco: chiese perciò un trasferimento.

 

La Veneranda Curia lo destinò prima Vicario spirituale (ottobre 1909) e poi parroco a Camporicco prendendovi possesso il 10 giugno 1910.

 

Il “Buon Compagno”, bollettino della pieve di Vimercate, così scriveva della morte di don Giuseppe: “I funerali furono pii e pietosi per la gravità di tutto il popolo addolorato e il commovente intervento di numeroso Clero.

Egli moriva di 41 anni dei quali quelli di sacerdozio impiegò a Verderio, undici come coadiutore e sei come parroco. Fu appunto di questi ultimi sei che, con attività instancabile adoperandosi per dare al suo popolo una Chiesa ampia e decorosa, un campanile geniale, una casa parrocchiale conveniente e ultimamente un concerto poderoso di campane, contrasse la malattia che lo portò al sepolcro.

Verderio Inferiore non poteva trovare chi più lo amasse,chi più si adoperasse o si sacrificasse per suo bene“.

 

Don Ambrogio ogni anno, ai 16 di ottobre, celebra un Ufficio solenne per il sempre ben ricordato don Giuseppe.

 

 

Il parroco e la sua famiglia

 Il Curato di Camporicco si definisce con una frase sola: “il buon pastore che dà l’anima per le sue pecorelle“.

Accanto a don Ambrogio, fin dal primo giorno di sacerdozio, ci sta la cugina, la buona e fedele signora Margherita che, oltre alla direzione e al riordino della casa, ha anche il compito di consigliera discreta, specialmente nei momenti scabrosi quando il carattere di don Ambrogio diventa esuberante.

Alla famiglia Verderio, già numerosa, si aggiungono quelle di cugini e parenti così da diventare una famiglia quasi patriarcale di venticinque persone.

Nel 1940 si trasferisce da Bellusco a Camporicco, come aiuto prezioso a Margherita anche un’altra cugina: Rita.

Da non dimenticare un altro personaggio importante che diventerà non solo testimone della vita del curato di Camporicco ma anche stimato maestro delle scuole elementari del comune di Cassina de’ Pecchi:

CARLO GIAMBELLI, nato a Vimercate, studente alle magistrali al Virgilio di Milano, che trascorrerà gran parte della sua vita a Camporicco accanto al cugino prete.

 

(A cura di Mons. Bruno Magnani)

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