12. SPUNTI STORICI ANTICHI E NUOVI PER LA COMUNITÀ PASTORALE “MARIA MADRE DELLA CHIESA”

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La spiritualita’ di don Ambrogio

L’amore per le vocazioni sacerdotali, per i bimbi, per i defunti.

Il desiderio che Don Ambrogio coltivava nel cuore era la costruzione di una nuova Chiesa e di un oratorio in Cassina de’ Pecchi. Ma per diverse ragioni non poteva realizzare l’opera.

Don Amborgio, le Madri Canossiane e i bambini dell'asilo (prima classe)
Don Amborgio, le Madri Canossiane e i bambini dell’asilo (prima classe)

Sperava tanto che almeno uno dei suoi nipoti si facesse prete, realizzasse il suo sogno e continuasse la sua opera.

A tale scopo aveva raggranellato dei risparmi per mantenere gli studi in Seminario ad suo eventuale parente.

Lo desiderava immensamente.

Ma nessuno dei suoi parenti raccolse il suo desiderio.

Allora, considerati i disagi della popolazione, decise la costruzione di un Asilo.

A questa decisione era giunto perchè vedeva per le strade, anche ad ore insolite, l’infanzia e l’adolescenza di ambo i sessi abbandonata a se stesse o affidate a persone del cascinale, perchè i genitori potessero essere liberi di lavorare nei campi o a Milano.

Steli dei cadutu sul muricciolo del sagrato
Steli dei cadutu sul muricciolo del sagrato

Con la collaborazione di 5 buone e sollecite Madri Canossiane, ai bambini venivano impartiti i primi elementi di istruzione giacchè in paese non si completava il ciclo elementare, sopratutto veniva data un’educazione morale, civile e religiosa.

Nelle domeniche l’Asilo diventava Oratorio, dove si radunavano giovani e signorine.

L’edificio diventava centro di incontri e riunioni anche della gioventù dei paesi circonvicini.

Si era in pieno periodo fascista.

Nelle domeniche l'Asilo diventa Oratorio..., centro di incontri e riunioni anche della gioventù dei paesi circonvicini". I Verbali di Adunanza settimanali sono scritti in un libro ben tenuto e conservato, che porta le date da 28 ottobre 1936 al 13 dicembre 1942. (affianco il frontespizio con la scritta. Associazione S. M. Bambina - Camporicco - Verbali di Adunanze)
Nelle domeniche l’Asilo diventa Oratorio…, centro di incontri e riunioni anche della gioventù dei paesi circonvicini”. I Verbali di Adunanza settimanali sono scritti in un libro ben tenuto e conservato, che porta le date da 28 ottobre 1936 al 13 dicembre 1942. (affianco il frontespizio con la scritta. Associazione S. M. Bambina – Camporicco – Verbali di Adunanze)

Venne l’ordine ai Podestà (sindaci) dei paesi di creare i “Viali delle Rimembranze” per onorare i caduti della guerra.

Don Ambrogio, che aveva una speciale devozione per i morti, volle che sul muricciolo che circondava il sagrato della Chiesa fossero costruite tante steli di granito rossastro a tipo cappelletta, recanti ciascuna il nome di un Caduto.

Accanto alla Chiesa i Caduti potevano essere meglio ricordati e onorati con i suffragi della gente.

Ora le steli sono scomparse, forse per l’usura del tempo o per l’incuria di chi poteva mantenere l’efficienza.

A proposito dei defunti, don Ambrogio per tutta l’ottava di novembre indiceva processioni il mattino molto presto, quando ancora era buio.

I più anziani del paese ricordano ancora di aver partecipato a quelle funzioni che, per permettere ai lavoratori di recarsi puntualmente al lavoro, iniziavano alle ore 4 del mattino e giungevano al cimitero a suffragare i defunti.

Si era dunque nel periodo fascista.

Da non dimenticare che don Ambrogio aveva fondato l’Azione Cattolica Giovanile, maschile e femminile.

Tale Associazione era invisa ai Capi del Fascismo.

Agli inizi degli anni trenta, si tentò di scioglierla per potenziare invece le Associazioni Fasciste paramilitari.

Don Ambrogio non demorde.

Rispettoso e assertore di ogni giusta libertà, difende a spada tratta l’Azione Cattolica.

L’unico cedimento davanti ai fascisti è la sostituzione dei vessilli bianchi delle Associazioni con il tricolore italiano, che però sul pennone dell’asta portava il distintivo dell’Azione Cattolica con la Croce.

Il suo spirito di natura antifascista lo dimostrava apertamente.

Anzi si faceva citare come testimone davanti ai tribunali quando le squadracce fasciste irrompevano anche a Cassina distribuendo manganellate e olio di ricino o prelevando qualche cittadino per infliggergli il “confino politico”, pur di difenderlo senza esitazione e senza paura.

Cura le anime ma anche i corpi

Oltre alla cura delle anime, Don Ambrogio si interessava della salute dei suoi parrocchiani, a cui durante le malattie consigliava di prendere determinate medicine a base di erbe.

'Suggeriva cure con infusi, cataplasmi, bagni, tisane a chi era colpito da malanni... a questi suggerimenti seguivano le benedizioni con acqua lustrale. Guai a parlargli di segno magico!".
‘Suggeriva cure con infusi, cataplasmi, bagni, tisane a chi era colpito da malanni… a questi suggerimenti seguivano le benedizioni con acqua lustrale. Guai a parlargli di segno magico!”.

Anche chi era colpito da gravi malattie sovente guariva.

La voce di questo suo “potere di guarire” si sparse anche fuori paese.

Allora molta gente andava a casa sua con grande fiducia perchè lo consideravano un “taumaturgo” che possedeva uno speciale “segno”.

Niente di vero. Lui stesso soffriva a sentirne parlare.

Don Ambrogio si era fatto una certa pratica con le erbe medicinali quando, nei piccoli paesi della Brianza, nei primi anni di sacerdozio dispensò il suo ministero e, per mancanza di medici, suggeriva cure con infusi, cataplasmi, bagni, tisane a chi era colpito da malanni.

Ora continuava a suggerirli. Ma a questi suggerimenti seguivano le benedizioni con acqua lustrale (benedetta) che impartiva a tutti quelli che chiedevano il suo aiuto.

Si racconta che un suo parente prossimo gli abbia scherzosamente chiesto in eredità questo “segno”.

Don Ambrogio lo invitò nel suo studio, lo fece sedere sul divano e brandendo un martello finse di calargli una martellata in testa dicendo: “Adesso ti lascio io il segno!”

Ad affermare la credenza popolare che egli possedesse un “segno” magico si racconta questo aneddoto.

Si dice che un fittabile, noto come anticlericale, stesse lavorando su un’aia presso la canonica. Vedendo uscire il parroco dalla canonica, chissà per quali motivi, gli rivolse parole ingiuriose e offensive.

madonninaDon Ambrogio non reagì, soltanto gli disse: “Da quell’aia non potrai scendere, finchè ripasserò per rientrare in canonica”… e proseguì per Cassina. Fatto sta che quel fittabile fu subito preso da fremiti convulsi. Continuò a traballare per l’aia senza poterne scendere. A nulla valsero gli inviti e gli aiuti di chi era accorso.

Soltanto quando Don Ambrogio, dopo tutto il pomeriggio, verso sera rincasò, quel fittabile si calmò e potè lasciare l’aia.

Quale fu il comportamento del fittabile verso il parroco dopo il fatto non si è mai saputo, ne’ Don Ambrogio ne parlò, ma alcuni ricordano ancora quella vicenda. Guai a parlargli di “segno magico!”.

Piuttosto pretendeva la piena fiducia nella preghiera al Signore e a Maria,

specialmente alla Madonna di Lourdes, di cui teneva una statuetta nel suo studio e una statua più alta fece installare sul tetto della Chiesina di Cassina, sita in via Roma.

(A cura di Mons. Bruno Magnani)

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