15 AGOSTO : FESTA DELL’ASSUNZIONE DI MARIA – Lotta, Risurrezione, Speranza

191

«L’immacolata Vergine, preservata immune da ogni macchia di colpa originale, finito il corso della sua vita terrena, fu assunta alla gloria celeste col suo corpo e la sua anima, e dal Signore esaltata come la regina dell’universo». «La Madre di Gesù, come in cielo, glorificata ormai nel corpo e nell’anima, è l’immagine e la primizia della Chiesa che dovrà avere il suo compimento nell’età futura, così sulla terra brilla come segno di sicura speranza e di consolazione per il Popolo di Dio in cammino, fino a quando non verrà il giorno del Signore».

Alla luce di questa bellissima icona di nostra Madre, lasciataci dal Concilio vaticano II, possiamo concentrarci su tre parole-chiave: lotta, risurrezione, speranza.

L’Apocalisse presenta la visione della lotta tra la donna e il drago.

La figura della donna, che rappresenta la Chiesa, è da una parte gloriosa, trionfante, e dall’altra ancora in travaglio. Così in effetti è la Chiesa: se in Cielo è già associata alla gloria del suo Signore, nella storia vive continuamente le prove e le sfide che comporta il conflitto tra Dio e il maligno, il nemico di sempre. E Maria non ci lascia soli in questa lotta; la Madre di Cristo e della Chiesa è sempre con noi.

La preghiera con Maria, in particolare il Rosario, ha anche questa dimensione “agonistica”, una preghiera che sostiene nella battaglia contro il maligno e i suoi complici.

La seconda parola chiave è risurrezione. San Paolo, scrivendo ai Corinzi, insiste sul fatto che essere cristiani significa credere che Cristo è veramente risorto dai morti. Tutta la nostra fede si basa su questa verità fondamentale che non è un’idea ma un evento. E anche il mistero dell’Assunzione di Maria in corpo e anima è tutto inscritto nella Risurrezione di Cristo. L’umanità della Madre è stata “attratta” dal Figlio nel suo passaggio attraverso la morte. Gesù è entrato una volta per sempre nella vita eterna con tutta la sua umanità, quella che aveva preso da Maria; così lei, la Madre, che Lo ha seguito fedelmente per tutta la vita, Lo ha seguito con il cuore, è entrata con Lui nella vita eterna.

Anche Maria ha conosciuto il martirio della croce: il martirio del suo cuore. La Passione del Figlio l’ha vissuta fino in fondo nell’anima. E’ stata pienamente unita a Lui nella morte, e per questo le è stato dato il dono della risurrezione. Cristo è la primizia dei risorti, e Maria è la primizia dei redenti, la prima di «quelli che sono di Cristo».

La terza parola: speranza. Speranza è la virtù di chi, sperimentando il conflitto, la lotta quotidiana tra la vita e la morte, tra il bene e il male, crede nella Risurrezione di Cristo, nella vittoria dell’Amore.

Il Canto di Maria, il Magnificat è il cantico della speranza, è il cantico del Popolo di Dio in cammino nella storia. E’ il cantico di tanti santi e sante, alcuni noti, altri, moltissimi, ignoti ma ben conosciuti a Dio: mamme, papà, catechisti, missionari, preti, suore, giovani, bambini, nonni: questi hanno affrontato la lotta della vita portando nel cuore la speranza dei piccoli e degli umili.

Questo cantico è particolarmente intenso là dove il Corpo di Cristo patisce oggi la Passione. Dove c’è la Croce, per noi cristiani c’è la speranza, sempre. Se non c’è la speranza, noi non siamo cristiani.

Non lasciatevi rubare la speranza, perché questa forza è una grazia, un dono di Dio che ci porta avanti guardando il Cielo.

Uniamoci anche noi a questo cantico di pazienza e di vittoria, di lotta e di gioia, che unisce la Chiesa trionfante con quella pellegrinante, che unisce la terra con il Cielo, che unisce la nostra storia con l’eternità, verso la quale camminiamo.

Papa Francesco