Quaresima 2016: Curare l’anima – Curare il corpo

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Il sacro tempo della Quaresima ha il suo fascino. Spesso ce lo hanno presentato solo come un tempo di penitenza, di mestizia e, purtroppo, triste.

Penso, invece, che la Quaresima possa essere, se lo vogliamo, un grande tempo di rigenerazione. Un tempo nel quale ritrovare noi stessi nel rapporto più intenso con il Dio di Gesù Cristo.

La prima domenica del tempo quaresimale sentiamo il vangelo di Matteo nel quale Gesù, rispondendo alla prima tentazione del Maligno, dice: “Non di solo pane vive l’uomo ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”.

Innanzitutto si vive della Parola di Dio! Lasciamoci coinvolgere da questo primato  della Parola di Dio sulla nostra vita, sulle nostre scelte, sui nostri affetti, nel mondo della scuola e del lavoro, negli incontri quotidiani.

La Quaresima ci richiama ad ascoltare di più la Parola di Dio, a prendere in mano il Vangelo ed imparare a leggerlo.

Il calendario che segue è denso di appuntamenti nei quali la Comunità vuole aiutarci ad incontrare maggiormente il Signore.

In primo luogo riscopriamo la bellezza del giorno del Signore, la Domenica: invitiamo chi di solito non viene a riscoprire la S. Messa della Domenica come l’appuntamento più importante della settimana.

Ogni martedì, per chi vuole, alle 6,30 si celebra la S. Messa  nella cappella  dell’oratorio San Domenico  Savio, al venerdì sera abbiamo l’opportunità di partecipare ad un incontro sul tema della misericordia.

Sono tutte opportunità che chiedono generosità e voglia di aprirsi ad un cambiamento.

Ma “non di solo pane vive l’uomo” ci richiama anche altro; “non di solo” significa che si vive anche di pane, che c’è un nutrimento anche per il corpo.

La tradizione cristiana ci consegna per la Quaresima la pratica del digiuno e dell’astinenza. Non è solo questione di dieta: sono modalità di educazione del corpo e dell’anima per ritrovare ciò che è veramente l’essenziale nella nostra vita. Riscoprire il digiuno e l’astinenza (da qualsiasi cosa di cui possiamo fare a meno) significa aiutare una componente importante della nostra libertà: la volontà. Seguire “ciò che voglio” e non “ciò di cui ho voglia” è un grande gesto di libertà!

Se poi il frutto della rinuncia diventa dono per i poveri,  vivremo quest’anno della misericordia attenti a tanti bisogni ( un aiuto alla Caritas parrocchiale, l’attenzione alle campagne missionarie della Caritas diocesana, la cura delle nostre chiese ed oratori) allora scopriamo che riusciamo a curare il corpo e l’anima di molti altri.

Forse non faremo grandi cose per risolvere i bisogni di tanti, ma vivremo la Quaresima con la certezza che nella Pasqua di Gesù c’è la speranza più vera di ciascuno di noi.

Buona Quaresima.

Don Bangaly

Indicazioni per il digiuno e l’astinenza in Quaresima