La visita alle famiglie

306

Abbiamo iniziato due mesi fa (lunedì 23 ottobre) e manca ancora una decina di giorni. Sì, la “visita alle famiglie” è un po’ faticosa ma è un’esperienza di incontro “unica”.

È una bella tradizione ambrosiana quella della visita alle famiglie in occasione del Natale. Nella imminenza di una festa che rappresenta senza dubbio il momento più sentito e intimo delle famiglie è bello che il sacerdote possa affacciarsi nelle case, anche se velocemente, incontrare ogni persona, a tutti offrire la benedizione del Signore.

Un’occasione di incontro: se di solito ci incontriamo in Chiesa o in Oratorio, è bello incontrarsi anche nei luoghi della vita, nei luoghi dove ciascuno di noi vive le relazioni importanti, gli affetti quotidiani, le fatiche dello stare insieme e dell’affrontare insieme il cammino di ogni giorno.

È sempre un dono speciale per noi (don Massimo, don Fabio, don Bangaly, don Silvio) incontrare le persone, le famiglie in questo momento intimo anche se fuggevole.

È evidente che si incontra ogni tipo di esperienza: la famiglia gioiosa per l’arrivo di un bimbo o la laurea di un figlio, la famiglia preoccupata per le situazioni difficili della salute o del lavoro, la famiglia segnata da un lutto che è ancora aperto e che anzi proprio in occasione delle feste diventa ancora più acuto e la coppia che felicemente sta iniziando a prender le misure del vivere insieme.

Ed anche qualche famiglia che appare non proprio interessata alla benedizione, che magari (per educazione) non rifiuta di accoglierci ma che al momento della preghiera appare più imbarazzata che partecipe. Poi le famiglie di altre religioni che ci salutano spesso con cordialità ma con le quali tutto spesso finisce con un semplice saluto sulla porta. E capita anche di incontrare qualcuno che (per vari motivi) non gradendo questo incontro ci invita a “passare oltre”.

Questa è la realtà della nostra amata Comunità, del popolo, della gente che abita Cassina de’ Pecchi: attraverso questo gesto di incontro, questa semplice visita desideriamo portare a tutti lo sguardo benedicente del Signore e la testimonianza, il volto di una Chiesa non rinchiusa privatamente nel proprio orticello, ma “in uscita” come Papa Francesco ci mostra.

Perché proprio questo è la benedizione: non un gesto magico o propiziatorio ma l’incontro con il volto di una Chiesa, con una parola del Signore che dice a ciascuno di noi: tu sei accolto, tu sei prezioso, la tua vita, qualunque essa sia è preziosa ai miei occhi. Come dice Dostoevskij: “Capitano a volte incontri con persone a noi assolutamente estranee, per le quali proviamo interesse fin dal primo sguardo, all’improvviso, in maniera inaspettata, prima che una sola parola venga pronunciata”.

Don Massimo