25.000 passi al giorno

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Venticinquemila passi da consumare in tutta Roma, da San Pietro al Colosseo. Venticinquemila passi contati ad uno ad uno dalle app sul cellulare, vissuti un per uno, tracciati tutti insieme nella calura di giornate inaspettatamente estive.

Passi ne abbiam fatti anche da fermi, viaggiando in pullman nella notte, rannicchiati tutti storti sui sedili per giungere, con occhi pesti ma felici, all’udienza con il Papa. E quando, quella mattina, vicino alla nostra postazione passava proprio lui, Francesco, non c’era più stanchezza né sonno da recuperare: tutti in piedi, sulle sedie, a sventolare lo striscione che gridava a quella piazza “Cassina è presente!”.

Passi da sommare giorno dopo giorno: alcuni più leggeri, adatti a passeggiare per le piazze con un bel gelato in mano, altri faticosi, come quelli utili a raggiungere il Colosseo o Piazza del Popolo, così lontani ai nostri occhi, così distanti per i nostri stomaci affamati! Passi che a volte ci hanno condotti alla frescura di una cappella nel cuore della fede, dell’arte e della storia, per vivere la messa tutti insieme.

Venticinquemila passi per conoscere ancor meglio gli amici di sempre, i compagni di viaggio, per stare bene insieme. Passi preziosi per noi educatori, che vivendo per tre giorni al fianco dei ragazzi abbiamo avuto la possibilità di guardarli uno per uno, di camminare e di crescere insieme a loro.

Passi che son diventati ben presto scale, molte scale: su per i gradini dell’Altare della Patria e su, per i centotrentacinque scalini di Trinità dei Monti. Passi per salire al Quirinale, al Campidoglio, per raggiungere i giardini di Villa Borghese, passi per conquistare la cima più difficile, la cupola di san Pietro. Ed è proprio con quest’ultima salita che mi piace immaginare la strada che stiamo percorrendo con i ragazzi di terza media verso la professione di fede del 27 maggio: un cammino fatto di gradini larghi, poi stretti, poi storti, ripidi, infiniti, da percorrere con calma, un incoraggiamento dopo l’altro, la mano sulla spalla di un compagno, per giungere infine a quella vista mozzafiato che ripaga di ogni fatica.

Martina Rose

(educatrice ragazzi di 3^ media)