Ed anche i mondiali di calcio 2018 ebbero fine

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Senz’altro l’esclusione dell’Italia ai recenti Mondiali in Russia mi ha lasciato abbastanza indifferente nell’interessarmi e nel seguire le partite di calcio ma nelle ultime settimane la mia attenzione e la mia simpatia sono state per la Croazia (arrivata seconda dopo la Francia).

Mi ha colpito, in particolare, conoscere la storia del CT della nazionale croata: un allenatore capace, che non solo insegna tecniche calcistiche, ma tramanda valori che in uno sport come il calcio a volte rischiano di perdersi.

Zlatko Dalic (così si chiama) è cattolico praticante, fin da piccolo fu ministrante nella chiesa francescana vicino casa a Livno, in tempi, quelli del comunismo del dittatore Tito, nei quali mostrare pubblicamente la fede cattolica era spesso motivo di persecuzione, sia a scuola sia sul lavoro.

«Ciascuno di noiha detto Dalic in un’intervista ad un settimanale della sua Arcidiocesi di Zagabria – in un modo o nell’altro porta la sua croce». Vengono momenti difficili, e l’uomo non deve arrendersi, lasciarsi affondare, cadere. Tuttavia, «solo con la fede l’uomo può tornare in modo più qualitativo sulla strada giusta. E’ necessario portare la croce nel modo più dignitoso possibile, portarla con fortezza e forza. Nelle situazioni che sembrano senza uscita, si trova una soluzione, tuttavia è necessario credere».

Dalic pensa che «Dio è presente quotidianamente nella mia famiglia e nella mia vita,… e per tutto ciò che ha fatto nella mia vita posso ringraziare la fede e il buon Dio».

Spesso, in questo Mondiale, inquadrato dalle telecamere, Dalic è apparso in una posa un po’ strana: la mano destra in tasca e con la mano sinistra dava indicazioni ai suoi giocatori. Lo stesso CT croato ha spiegato questo fatto: «Il rosario è sempre con me, e quando mi sento un po’ agitato, metto la mano in tasca, stringo il rosario, e tutto diventa più semplice».

Il rosario, presente anche sul monte Podbrdo, (luogo delle prime presunte apparizioni della Vergine Maria a Medjugorje) dove si reca a pregare e dove è andato prima di partire per la Russia (vedi la foto con tutta la squadra croata), non è una sorta di amuleto usato con superstizione ma il segno concreto con il quale il Commissario Tecnico della Croazia, per l’intercessione di Maria, si affida con fede al Signore in ogni momento della sua vita, anche professionale, per farsi guidare e trovare la pace interiore nei momenti di maggiore agitazione.

Affidarci a Dio nel bene o nel male, farsi guidare dall’amore di Dio Padre in ogni istante della propria vita. E’ questa la lezione che ci consegna questo uomo.

Averne di Allenatori, Insegnanti, Maestri non solo “capaci” ma anche carichi di valori.

 

Don Massimo