Il “valore” di un sorriso

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Un semplice racconto di Quaresima

Nei giorni scorsi, in un momento di tranquillità, facendo zapping seduto davanti alla Tv, subito dopo cena, la mia attenzione è rimasta catturata dal volto sereno e dagli occhi luminosi di un giovane. Un nuotatore diciannovenne che è “salito”, suo malgrado, agli onori della cronaca, dopo che, mentre stava trascorrendo felicemente una domenica sera con la sua fidanzata in una periferia di Roma, due ragazzi (di 24 e 25 anni) “per errore” (= scambio di persona) gli hanno sparato alla colonna vertebrale facendogli perdere l’uso delle gambe.

Sono rimasto sinceramente colpito dalla serenità di Manuel nel raccontare l’accaduto ma soprattutto dalla speranza nel guardare avanti. Una serenità ed una speranza sicuramente acquisite dall’esempio dei suoi genitori, soprattutto di suo papà Franco che era lì accanto a lui. E qui il mio primo pensiero è andato alle nostre famiglie, all’aria che si respira, ai valori che testimoniamo, al sostegno che ci diamo.

Mi piace, nel cammino di Quaresima verso la Pasqua, parlarvi di questo ragazzo, di Manuel.

Un giovane, che appena raggiunta la maggiore età, da Treviso (lasciando famiglia ed amici) si stabilisce a Roma per la passione del nuoto ed essendo una promessa del nuoto italiano per allenarsi con serietà col sogno delle Olimpiadi.

Quando domenica 3 febbraio 2019 gli hanno sparato, lui a terra (non sapendo come sarebbe andata a finire), le uniche parole che ha detto alla sua ragazza, prima di perdere i sensi, sono state: “Ti amo”. Già questo mi ha fatto riflettere. Lui si gira, vede questi due in moto, gli sparano, cadde a terra e l’unica emozione che custodisce nel cuore non è chissà quale imprecazione o quale grido di violenza, ma semplicemente un pensiero di amore.

Alla domanda non facile: “Se dovessi incontrare chi ti ha sparato cosa gli diresti?”. Manuel risponde, dopo un attimo di silenzio, col volto sempre sereno ed un solare sorriso: “Bravi, io sono ancora qua!”. Non è da tutti, al giorno d’oggi, rispondere così a chi ti ha fatto un torto, una violenza, un’offesa. Vi confido che, mentre lo ascoltavo, mi ha fatto pensare ad una pagina del Vangelo (Lc 6, 27-38) “… Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l’altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica…”.

Vedete, non si sa se Manuel riprenderà l’uso delle gambe ma ad un’altra domanda sempre non facile: “Come vivi oggi?”, lui sempre con il suo spontaneo sorriso e la limpidezza dei suoi occhi non tarda a rispondere: “Guardo avanti. Ho cercato tutte le cose più belle che potevano esserci davanti e che mi aspettano. E sono molte di più di quelle brutte che ho passato. Sicuramente l’essere atleta mi ha aiutato, cioè il saper guardare avanti per obiettivi. Adesso combatto contro me stesso e contro il tempo, come ho sempre fatto in acqua. Ora, però, ci sono io e basta: io che lotto contro me stesso e mi sfido. E ogni giorno, sensazione per sensazione, vado avanti”.

Vi ho offerto questa testimonianza perché credo ci dica lo “stile” di chi vuole fare i suoi passi in Quaresima ma soprattutto perché, come prete ed educatore, mi rende davvero felice il sapere che ci sia un giovane come Manuel che possa dire a tanti come si affronta la vita.

 

Don Massimo