Un’intervista, prima del saluto…

281

Domenica 30 giugno , in S.M.Ausiliatrice, alla S.Messa delle ore 10.00, la nostra Comunità saluterà Francesco (il giovane seminarista di Venegono che ha trascorso qui con noi il suo anno di 3^ Teologia nell’esperienza pastorale al sabato ed alla domenica). Senz’altro al termine della Città dei Ragazzi ed anche in Campeggio l’Oratorio avrà diverse occasioni per dirgli grazie e fargli festa, ma è bello e doveroso che anche l’intera Comunità abbia un momento “ufficiale” dove esprime la sua gratitudine per il dono ricevuto. Ecco perché oggi, nell’Editoriale, mi piace fare qualche domanda a Francesco, così da prepararci a vivere questo significativo momento.

Caro Francesco, un anno è letteralmente “volato”. Come valuti l’esperienza pastorale vissuta qui a Cassina?

In questo momento, il sentimento che prevale nel mio cuore è la gratitudine per quest’anno a Cassina de’ Pecchi: esperienze, volti, relazioni… Ogni fine settimana è stato un’occasione grandiosa di incontro con il Signore Gesù e di approfondimento della mia vocazione, e per questo sono immensamente riconoscente, a Dio e a questa vostra (ma ormai permettetemi di dire “nostra”!) comunità. Non è scontato dire che, per me, quest’anno tra voi è stato un dono grande e inaspettato.

C’è un momento (tra i tanti vissuti in mezzo a noi) che vedi importante per la tua vita?

È difficile scegliere un momento tra i tanti: i semplici pomeriggi in oratorio, i ritiri, le uscite con i ragazzi, il gruppo chierichetti, il coro, il gruppo giovani, il centro vocazionale decanale… Forse, ciò che rimarrà più importante per il mio cammino non è tanto un momento preciso, ma uno stile, imparato dai sacerdoti della comunità: quattro uomini, quattro storie, quattro caratteri certamente molto diversi, ma uniti da una sola vocazione in una fraternità che supera ogni differenza. È stato prezioso condividere con loro la preghiera, la tavola, la vita quotidiana, ricevendo tanto da ognuno.

Pensandoti “prete” cosa porti via con te dalla nostra Comunità?

Immaginandomi come un pellegrino con lo zaino sulle spalle, direi che, alla fine di quest’anno di cammino, il mio zaino è bello carico di tante cose. La più bella è che questa comunità vive, tra alti e bassi, gioie e sofferenze, quello che secondo me è fondamentale in ogni comunità: il sentirsi grande famiglia, al di là di simpatie o antipatie! Qui ho trovato fratelli e sorelle, padri e madri, nonni e nonne: senza questo, secondo me nessuna vocazione germoglia, cresce e fiorisce!

Noi, sinceramente riconoscenti per averti incontrato, ti facciamo tanti auguri per il tuo cammino. Tu quale “augurio” ci lasci?

L’augurio che vi lascio è di non accomodarvi mai sulla pericolosa poltrona del “si è sempre fatto così”, ma di continuare a camminare insieme, non dando nessun passo per scontato, con apertura e fantasia, portando ognuno la propria ricchezza e unicità, valorizzando tutti e non lasciando mai indietro nessuno, e soprattutto “tenendo fisso lo sguardo su Gesù”!

 

Don Massimo