Vicini alla Settimana Santa (carichi di Speranza)

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E’ la seconda Settimana Santa che, tra un po’, ci prepariamo a celebrare in “zona rossa” nelle nostre comunità.

Non potremo fare alla Domenica delle Palme la solenne e festosa Processione con gli Ulivi, non potremo celebrare al Giovedì santo con i bambini la significativa Lavanda dei piedi o ricevere con attesa durante la S.Messa in Coena Domini la comunione (sotto le due specie) con il Corpo e Sangue di Cristo, non potremo vivere intensamente alla sera del Venerdì santo la Via Crucis cittadina

Sì, è vero, non potremo, ma senz’altro, rispetto allo scorso anno, nonostante i “limiti” che conosciamo, avremo modo questa volta di poter partecipare “in presenza” alle celebrazioni pasquali.

Per qualcuno (o per tanti) potrebbe essere sconfortante, dopo un anno, ritrovarci ancora in questa situazione non facile.

La preghiera e l’augurio che la prossima Settimana Santa che ci prepariamo a vivere insieme possa, ancora una volta, caricarci di Speranza.

Ecco perché condivido ben volentieri con voi questa semplice ma vera (per chi crede) riflessione di don Tonino Bello (1935 – 1993).

 Nel Duomo vecchio di Molfetta c’è un grande crocifisso di terracotta. Il parroco, in attesa di sistemarlo definitivamente, l’ha addossato alla parete della sagrestia e vi ha apposto un cartoncino con la scritta: collocazione provvisoria.

La scritta, che in un primo momento avevo scambiato come intitolazione dell’opera, mi è parsa provvidenzialmente ispirata, al punto che ho pregato il parroco di non rimuovere per nessuna ragione il crocifisso di lì, da quella parete nuda, da quella posizione precaria, con quel cartoncino ingiallito. Collocazione provvisoria. Penso che non ci sia formula migliore per definire la croce.

La mia, la tua croce, non so quella di Cristo.

Coraggio, allora, fratello o sorella che soffri. Coraggio!

La tua croce, anche se durasse tutta la vita, è sempre “collocazione provvisoria”. Anche il Vangelo ci invita a considerare la provvisorietà della croce.

C’è una frase immensa, che riassume la tragedia del creato al momento della morte di Cristo. “Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio, si fece buio su tutta la terra”. Forse è la frase più scura di tutta la Bibbia. Per me è una delle più luminose. Proprio per quelle riduzioni di orario che stringono, come due paletti invalicabili, il tempo in cui è concesso al buio di infierire sulla terra. Da mezzogiorno alle tre del pomeriggio. Solo allora è consentita la sosta sul Golgota. Al di fuori di quell’orario, c’è divieto assoluto di parcheggio. Dopo tre ore, ci sarà la rimozione forzata di tutte le croci. Una permanenza più lunga sarà considerata abusiva anche da Dio.

Coraggio, fratello o sorella, che soffri. Mancano pochi istanti alle tre del tuo pomeriggio. Tra poco, il buio cederà il posto alla luce, la terra riacquisterà i suoi colori grazie al sole della Pasqua.

Don Massimo