2 novembre – Dire ai propri cari: “Arrivederci!”

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Credo che il 2 novembre sia uno tra i momenti più preziosi dell’anno. E’ un dono prezioso perché ci aiuta a fare memoria dei nostri cari defunti.

Ogni giorno siamo presi da mille preoccupazioni e responsabilità, ma il 2 novembre vogliamo fermarci, mettere da parte ogni cosa e andare al Cimitero, per portare un fiore ai nostri cari che sono in Cielo. Noi siamo quello che siamo anche grazie a loro, al loro amore, alla fede che hanno testimoniato. E se crediamo nella Risurrezione sappiamo che questo legame non si spezzerà mai, perché il giorno in cui finisce una storia ne inizia una nuova, più bella e senza fine.

In questi venticinque anni che sono sacerdote, non so quanti funerali abbia celebrato o quanti fratelli e sorelle abbia accompagnato in questo “ultimo” tratto del loro pellegrinaggio. Ho vivi in me dei ricordi particolari che mi hanno insegnato tanto (ed hanno “segnato” il mio ministero) sul “prepararsi a morire”.

Mi ricordo di Daniela, una giovane educatrice che amava la vita. Tutti le volevano bene: in famiglia, all’Università ed anche in parrocchia dove era catechista. E poi aveva una grande passione per la bicicletta!

La malattia, però, non guarda in faccia a nessuno e si accanì su di lei. In pochi mesi finì all’ospedale, ma non si dava per vinta. Con tutte le forze rimaneva aggrappata alla vita, all’Università, al gruppo adolescenti… al prossimo giorno in bici per le strade della Brianza e della Valsassina. Quando la si andava a trovare, Daniela raccontava tutti i suoi progetti. Ma lei sapeva la verità… e (a volte) piangeva.

Gli ultimi giorni trascorsi tra noi, fu diversa. A chi andava a trovarla diceva: “E’ arrivato il momento, mi fermo qui. Ma non essere triste, perché un giorno ci incontreremo, dove tutto sarà più semplice, luminoso e anche le salite saranno più dolci. Ci abbracceremo ancora, fidati!”. Era serena. Sembrava già in Paradiso! Daniela ha vissuto così, in modo autentico, la sua fede e questo ultimo “tratto” della sua corsa.

Nel mese di ottobre abbiamo celebrato grandi santi. Ne voglio ricordare semplicemente due: San Francesco d’Assisi (4 ottobre) e il beato Carlo Gnocchi (25 ottobre).

Il Santo di Assisi nel suo Cantico delle Creature chiama “sorella” la morte: “Laudato si’ mi’ Signore per sora nostra morte corporale…”, e il beato don Carlo Gnocchi in un suo scritto dice: “L’uomo è un pellegrino; malato d’infinito, incamminato verso l’eternità…”.

Parole ispirate, che mi piacerebbe diventassero anche le mie (e le nostre), nel giorno in cui incontreremo il Signore. Al 2 novembre, la Chiesa (ognuno di noi), vuole dire ai propri cari il nostro “Arrivederci”, là dove Gesù è andato a prepararci un posto, “perché dove sono io siate anche voi” (Gv 14,3).

La preghiera e l’augurio che ognuno abbia a ravvivare la sua fede: Credo la vita eterna. Amen!

Don Massimo