Il Crocifisso … parla – Prima nella pandemia, ora nella guerra

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Senz’altro, in questi giorni di inizio Quaresima ci rimane impresso il Crocifisso.

Due anni fa (il Crocifisso a sinistra della foto) era la sera del 27 marzo 2020 quando papa Francesco ha presieduto un indimenticabile momento di preghiera sul sagrato della Basilica di San Pietro con la piazza vuota, ma seguito dai cattolici di tutto il mondo.

Eravamo nel mezzo della Pandemia, chiusi in casa, nelle nostre “zone rosse” ed il Papa in un gesto, rivoluzionario nella sua semplicità, come baciare i piedi del Crocifisso, ha riassunto il senso di quella “strana” Quaresima.

Un segno di umiltà assoluta e insieme una testimonianza di speranza. Perché quel bacio vuol dire “ci credo”, “so che ci salverai”, “riconosciamo in te la risposta al nostro vagare di mendicanti in cerca di senso”.

Sul sagrato di San Pietro, quell’atto di fede assoluta è stato affidato al Crocifisso “miracoloso” di San Marcello. Un legno “speciale”, scampato all’incendio del 1519 e poi, tre anni più tardi, portato in processione per invocare la fine della peste.

Il Papa l’aveva visitato qualche giorno prima nella chiesa che lo custodisce, fermandosi ai suoi piedi in silenzio. Poi nella sera romana battuta dalla pioggia e dal vento l’ha voluto accanto, anzi l’ha messo al centro. A indicare chi per amore ha preso su di sé tutto il dolore del mondo, a consegnargli ogni paura umana perché la trasformi in preghiera e servizio agli altri. Ad affidargli il cammino delle nostre vite. Con un piccolo gesto. Con un bacio.

Oggi, o meglio domenica 6 marzo 2022, la foto che ha fatto il giro del mondo (il Crocifisso a destra della foto) ritrae quattro uomini che depongono con delicatezza in un bunker anti bomba il Cristo di legno della Cattedrale armena di Leopoli, uno dei luoghi più amati di questa città ucraina.

Solo una volta, questo stesso gesto fu compiuto, era accaduto in passato: durante la Seconda Guerra mondiale.

Anche in questa Quaresima, ancora una volta, è il Crocifisso a parlarci.

E’ il Crocifisso che riassume in sé il bene e il male, la luce e le tenebre, il coraggio e la paura, la fede e la desolazione dell’uomo. Due anni fa, nella Pandemia; oggi, nella guerra.

Ma sempre la nostra preghiera al Crocifisso è carica di fiducia e di speranza come ci ha testimoniato papa Francesco proprio quella sera, di due anni fa, in una piazza S.Pietro deserta:

Don Massimo

O Croce di Cristo,
insegnaci che l’alba del sole
è più forte dell’oscurità della notte.

O Croce di Cristo,
insegnaci che l’apparente vittoria del male
si dissipa davanti alla tomba vuota
e di fronte alla certezza della Risurrezione
e dell’amore di Dio che nulla
può sconfiggere od oscurare o indebolire.

Amen!