Il Silenzio

183

Dopo l’ascolto come esercizio prezioso nella vita e nel proprio cammino di fede, in questo “vocabolario dell’Avvento” mi piace recuperare un’altra parola, altrettanto importante, che dice un atteggiamento fondamentale nella vita spirituale: il silenzio.

Domenica scorsa, l’inizio solenne del vangelo ha collocato dove la Parola di Dio ha trovato accoglienza e dimora.“Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell’Iturea e della Traconìtide, e Lisània tetrarca dell’Abilene, sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto”. (Lc 3, 1-2)

Non nei Palazzi dei potenti e neppure nel Tempio dei sacerdoti, ma nel Deserto. La prima impressione che uno coglie e percepisce visitando un deserto è anzitutto il silenzio. Quel silenzio indispensabile (e che viene richiesto) anche quando si partecipa ad un Ritiro o ad un Corso di esercizi spirituali.

Sì, il silenzio.

Mi piace ricordare un’interessante catechesi (fatta quasi un anno fa, 15 dicembre 2021) sulla figura di San Giuseppe dove papa Francesco diceva:

Oggi vorrei prendere in esame un altro aspetto importante della sua figura: il silenzio… I Vangeli non ci riportano nessuna parola di Giuseppe di Nazaret, niente, non ha mai parlato. Ciò non significa che egli fosse taciturno, no, c’è un motivo più profondo… Il silenzio di Giuseppe non è mutismo; è un silenzio pieno di ascolto, un silenzio operoso, un silenzio che fa emergere la sua grande interiorità… Come sarebbe bello se ognuno di noi, sull’esempio di San Giuseppe, riuscisse a recuperare questa dimensione contemplativa della vita spalancata proprio dal silenzio… Senza la pratica del silenzio si ammala il nostro parlare. Esso, invece di far splendere la verità, può diventare un’arma pericolosa. Infatti le nostre parole possono diventare adulazione, vanagloria, bugia, maldicenza, calunnia… Questo è il motivo per cui dobbiamo imparare da Giuseppe a coltivare il silenzio: quello spazio di interiorità nelle nostre giornate in cui diamo la possibilità allo Spirito di rigenerarci, di consolarci, di correggerci. Non dico di cadere in un mutismo, no, ma di coltivare il silenzio. Ognuno guardi dentro a se stesso…”.

Quanta saggezza in queste semplici parole del Papa. Potremmo prendere una ad una queste affermazioni e soffermarci, meditarle, verificare la mia vita, il mio stare davanti al Signore Gesù in preghiera, il mio abitare la sua casa quando entro in Chiesa per partecipare alla S.Messa o semplicemente per una Visita.

Questa Icona, che senz’altro sarà capitato anche a voi di vedere, mi ricorda l’importanza del silenzio nella vita spirituale e di preghiera. L’icona originale è custodita nel convento di Guardiagrele, in provincia di Chieti: Maria ha un dito sulla bocca, come invitasse a star zitti, e con l’altra mano invita chi guarda l’immagine a fermarsi. 

Una copia di questa Icona è stata donata a Papa Francesco. Penso a quante volte la Vergine Maria ha taciuto quante volte non ha detto quello che sentiva per custodire il mistero del rapporto con suo Figlio. Ma voi pregate la Madonna del Silenzio? Il silenzio non si riduce all’assenza di parole, bensì nel disporsi ad altre voci: quella del nostro cuore e, soprattutto, la voce dello Spirito Santo” (le parole del papa accogliendo questo dono da parte di un frate cappuccino).

Esercitiamoci al silenzio quando entriamo e quando usciamo dalle nostre Chiese e soprattutto valorizziamolo nei momenti liturgici delle nostre celebrazioni come occasione preziosa per crescere nella vita spirituale.

Addirittura un salmo ci suggerisce che il silenzio è perfino una forma di lode. Siamo soliti leggere all’inizio del Salmo 65: “A te si deve lode, o Dio”.

Questa traduzione segue il testo greco, ma effettivamente il testo ebraico dice: “Il silenzio è lode a te, o Dio”. Quando le parole ed i pensieri si fermano, Dio è lodato in un silenzio di stupore e ammirazione.

Buona preghiera!

Don Massimo