14a Mostra dei presepi a Pizzighettone

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Cronaca spicciola (1)

Speravo che Madre Carla partecipasse alla visita della 14a Mostra presepi nelle Mura di Pizzighettone. Così non fu, perchè la prudenza prevalse sul desiderio di accompagnare le sue donne della Terza Età a questo tradizionale appuntamento. Così la partenza riservò un mesto ma sincero saluto alla cara persona, che tutti desideravano avere in loro compagnia.

Fortunatamente quel giorno, incoraggiato dal numero dei partecipanti e dalla presenza di alcuni ragazzi/e, mi sentii di ritornare ad essere quel don Bruno di un tempo, quando le forze e l’entusiasmo ti spingono ad assumere il ruolo centrale della compagnia.

Allora durante il viaggio in pullman ti vengono spontanee iniziative, parole, gesti, suggerimenti, che rompono il pericolo della monotonia.

Pizzighettone è al centro della Pianura Padana e per arrivarci ci si trova improvvisamente immersi in una campagna lussureggiante, solcata dal fiume Adda e dal Serio Morto e ulteriormente vivificata da tante rogge e fontanili.

È il momento propizio per raccontare barzellette gustose e pulite, che si infilano l’una dopo l’altra, senza interruzione. “Ma Pierino, chiede la maestra, come mai sei convinto che le ore siano liquide? Perchè si dice sempre: verso le sei… verso le sette… verso… verso…”.

Attraversiamo il ponte sull’Adda ed eccoci arrivati sull’ampio piazzale. La guida volontaria, un ottantenne ma in forma come me, ci accoglie e ci accompagna a visitare il “Museo Arti e Mestieri di una volta”.

La prima parte è riservata a “residui bellici”, che tutti possiamo immaginare. Interessante è la ricostruzione della battaglia di Pavia del 24 febbraio 1525, dove Francesco I Re di Francia fu disarcionato da cavallo e fatto prigioniero. Portato nel Castello di Pizzighettone rimase prigioniero dal 27 febbraio al 18 maggio 1525. Fu qui che il Re di Francia scrisse alla madre la famosa frase: “Tutto è perduto fuorchè l’onore”.

Questa prima parte del Museo ha incuriosito più gli uomini che le donne, tanto che una di loro esclamò: «Che brutte cose, spero che veramente più nessuno osi ancora arrivare a “voler” fare la guerra», ed è passata subito nell’altra casa comunicante.


Cronaca spicciola (2)

Questa seconda puntata di “Cronaca spicciola” non è mia, ma di una signora che si firma: “…simpaticante Gruppo Terza Età”.

Usciti dalla prima “casamatta”, entriamo nella seconda e questa signora esprime così le sue sensazioni.

«Ho visto tanto oggetti che mi hanno riportato indietro nel tempo e ricordato quando ero bambina che, pur nella povertà, vivevo felice.

Il mio sguardo si fissa su vecchie ma bellissime bambole. Ne ho anch’io una che conservo con cura. È la stessa che avevo da bambina. Non era la mia, ma di mia sorella maggiore che permetteva, non solo a me ma anche alle altre tre mie sorelle, di giocare insieme.

Pur nella povertà si aveva maggior rispetto di quelle poche cose che avevamo, perchè uniche e appaganti la nostra curiosità ed i nostri desideri..

Gli attrezzi che l’uomo utilizzava un tempo per lavorare erano tantissimi. Attrezzi per la campagna, per la pesca, per la caccia, per il bosco, per la sarta, per per il parrucchiere, per il fotografo, per il panettiere, per il calzolaio, per il liutaio, per filare la lana…

Interessanti anche gli oggetti casalinghi: vecchi bauli, abiti, culle, seggioloni, cavallino dondolo e tante altre cose mai viste.

Insomma per ogni cosa che vedevo e conoscevo, automaticamente il pensiero mi riportava con molta nostalgia a quei bei tempi passati da bambina negli anni sessanta.

La visita alle “celle di segregazione” e alle carceri, fu una cosa tristissima, deprimente. In quelle piccole celle di un metro circa per lato venivano rinchiuse persone, senza servizi, solo un rialzo di cemento o un’asse come letto ed una finestra con feritoia, attraverso la quale sicuramente veniva fatto passare il pasto.

Mi sono chiesta chissà quanti innocenti saranno stati erroneamente accusati, quanti veri colpevoli avranno chiesto perdono al Signore, quanti disperati avranno cercato di scappare…

In quei buchi ho visto nomi e date scritte, incise forse con le unghie. In quel momento ho avuto una sensazione di pietà verso tutta quella gente e spontaneamente ho pregato per loro».

Lo scopo principale della nostra visita era la “14a Mostra presepi nelle Mura”; non ci siamo dimenticati, perchè la “cronaca spicciola” continua …


Cronaca spicciola (3)

All’uscita del Museo Arti e Mestieri, un cartello ben visibile mi incuriosisce, c’è scritto: Non saremmo consci di ciò che siamo se non fossimo stati ciò che orgogliosamente possiamo affermare di essere stati un tempo.

Con piacere constato la verità di questa affermazione dalle testimonianze di parecchi partecipanti che, con interesse ed un certo orgoglio, richiamano il loro passato attraverso i numerosi oggetti esposti nel Museo. Ora veramente siamo nel Museo dei Presepi.

Il tema è assai suggestivo: “… abbracciare con il cuore la straordinaria forza dell’amore di Dio che attraverso il Cristo viene in mezzo a noi ad annunciare la gioia”.

Questa è stata anche la nostra esperienza, visitando la Mostra Presepi nelle Mura. Là, dove un tempo c’erano segni e rumori di guerra, presenza di soldati armati, sofferenze di prigionieri, vuoti lasciati nelle famiglie per l’assenza dei propri cari, ora c’è serenità, amore, gioia e generoso volontariato.

Lungo tutto il percorso i tuoi occhi, curiosi e attenti, osservano le circa 150 natività, tutte uguali per il tema annunciato, tutte diverse per l’immaginazione, la creatività e la bravura degli artisti; i tuoi numerosi pensieri suscitano emozioni del tempo passato, il tuo cuore esprime sentimenti di ammirazione, di bravura, di finezza, di gioia e di amore. mentre fuori dal Museo si respira aria fredda, dentro nel nostro cuore rimane il segno di quella straordinaria forza dell’amore di Dio che attraverso il Cristo è venuto e viene in mezzo a noi ad annunciare la gioia.

Prima di lasciare Pizzighettone, per suggerimento della guida, ci siamo fermati per visitare la chiesa di Gara, sulla sponda destra del fiume Adda.

La nostra simpatizzante Gruppo Terza Età commenta: «Peccato che, arrivati sul posto, la chiesa era chiusa. Me lo sentivo, anche l’autista lo prevedeva. Chiusa! Ma per fortuna l’Angelo del Signore ha voluto guidare i passi di qualcuno verso la casa del custode ed è così che ci è stato possibile vedere quella meraviglia! Già all’esterno la sua bellezza era annunciata con tutte le sue vetrate, ma l’interno ha superato la nostra aspettativa. Uno stupendo mosaico, con delicati colori, rappresentava diversi momenti della vita di Gesù e di Maria, quella degli Apostoli e di alcuni Papi tra i quali Papa Giovanni Paolo II.

Peccato che ci sia stato poco tempo per questa ultima visita, perchè avrei voluto ammirare e riammirare lo stupendo capolavoro eseguito sì dall’uomo, ma sicuramente ispirato e guidato dallo Spirito Santo.

In poche parole Monsignor Bruno, volevo solo dire GRAZIE! Grazie perchè ho trascorso proprio un bel pomeriggio; con il suo umorismo e la sua allegria riesce veramente a tenere unita la compagnia!».

(A cura di monsignor Bruno Magnani)