Domenica 16 gennaio 2011: “QUANTO EGLI VI DIRÀ, FATELO” (Gv 2,5)

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Il brano del Vangelo di Giovanni di questa domenica, in cui si racconta delle nozze di Cana di Galilea, dove c’era la Madre di Gesù e dove era stato invitato anche lui, il Maestro, insieme ai suoi discepoli, segna l’avvio della vita pubblica del Figlio di Dio.

Quanto egli vi dirà, fatelo”. Con queste parole la Madre di Gesù, presente alle nozze, suggeriva ai servi del banchetto di eseguire ciò che avesse loro ordinato Gesù. Chi più della Vergine Santa può intervenire presso Gesù per intercedere per noi e ottenerci quanto ci abbisogna? In questa immagine mariana è testimoniato il dogma di Cristo vero Dio e vero uomo ed è richiamato il ruolo di Madre del Salvatore e della Chiesa, assegnato a Maria nella storia della salvezza. Ella continua nel tempo a esaudire l’accorata invocazione dei suoi figli. Maria sorregge il popolo cristiano nella prova; consolatrice degli afflitti, non fa mancare a chi in lei confida il sostegno del suo patrocinio e il conforto della sua potente intercessione.

La devozione mariana, quando è autentica, conduce sempre a Cristo e sospinge il cristiano a incarnare il Vangelo, senza indugi né paure, nelle quotidiane vicende della propria vita. Come a Cana, Maria ci ricorda che in Cristo è la sorgente della gioia autentica. Ella addita il Figlio suo Gesù a ciascuno e ripete: “Fate quello che egli vi dirà”. Sì, soltanto in Gesù si trova il segreto del vero bene per l’uomo e la fonte inesauribile della pace interiore.

La spiritualità dell’Antico Testamento può metterci sulla strada per individuare l’origine remota di questa esortazione di Maria. Al Monte Sinai, infatti, il Signore, mediante Mosè, invitò il popolo di Israele ad entrare nella sua Alleanza (Es 18, 3-7). In risposta all’offerta divina, tutto il popolo esclamò ad una sola voce: “Quanto il Signore ha detto, noi lo faremo” .

Si può affermare che ogni generazione del popolo eletto abbia fatto memoria di quella pronta dichiarazione di obbedienza, pronunciata “nel giorno dell’assemblea”, ai piedi del Sinai.

Oggi, i servi delle nozze siamo noi.

La Vergine non cessa di ripetere a ciascuno di noi, suoi figli e figlie, ciò che disse a Cana. Quell’avviso si potrebbe chiamare il suo testamento spirituale. È, infatti, l’ultima parola che i Vangeli ci hanno consegnato di lei, Madre Santa. Raccogliamola e custodiamola nel cuore!

Giovanni Paolo II