Da Los Angeles ci scrive Padre Aldo Pozza

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Cari amici,

ho seguito in questi giorni le avventure dolorose di Lampedusa. Devo dire che mai ho visto cose del genere tanto dolorose.

Non si tratta di povertà ma di disperazione.

Qui non siamo ancora arrivati a tanto, eppure di migrazione viviamo come problema endemico della Nazione: in Parrocchia ne esperimentiamo la pena ogni giorno. L’alta, lunga barriera costruita lungo il confine con il Messico ha servito solo a smascherare l’ipocrisia americana. Chi non ricorda il muro di Berlino e non prova ancora orrore? Ma qui in America si è parlato di legittimo diritto dei cittadini americani di difendere i propri interessi. Ad ogni modo, immigrazioni o rimpatri forzati, seguono come prima, a dispetto del muro.

In Arizona hanno tentato di liberarsi di tutti i Latinos e hanno dovuto fermarsi prima che l’economia dello Stato crollasse.

Detto questo, di “poveri” e “disperati” ne abbiamo abbastanza perché il Signore metta a prova la nostra capacità di amare. Soccorrere i nostri fratelli bisognosi è “opera di misericordia corporale” quotidiana. Ci arriva gente infortunata del lavoro che è semplicemente licenziata perché non serve più e il padrone ha pronto l’avvocato che gli dà ragione. Gente che non ha i soldi per pagarsi le medicine. Gente che è messa sulla strada perché non arriva a pagare l’affitto. Gente, al fine, che ci chiede gli ultimi soldi per rimpatriare, dopo l’illusione amara di essere stato escluso dalla fortuna promessa dal “sogno” americano. Eppure, quanta solidarietà tra di loro; più facile tra quelli della propria etnia, ma comunque sempre presente in una comunità cristiana dove uno si sente “corpo” di Cristo.

Qui nella Parrocchia abbiamo anche la scuola cattolica. Un lusso, direte voi. E fuori della Chiesa, dove andrebbero i nostri cristiani a educare i propri figli? La cultura materialista, egoiste e edonista che offre la società qui, li aiuterebbe a essere persone migliori? Facciamo di tutto perché la scuola non chiuda per mancanza dei minimi fondi necessari per pagare i maestri. P. Saverio, con il quale collaboro da diversi anni, aiutato anche da alcuni volontari, si dà fare a fondere ceri per guadagnare qualcosa, approfittando un poco della loro religiosità popolare. Se non procuriamo le candele noi, se le procurano fuori e le accendono nella nostra chiesa. Le candele sono l’espressione religiosa dei poveri.

E così, grazie a Dio, abbiamo cinque messe alla Domenica tutte ben partecipate, a volte strapiene. Ogni Domenica è una festa; per la Messa e anche per la convivialità. Qui pregano, mangiano e si divertono. Per questo vengono anche con i bambini piccoli.

Grazie per il vostro aiuto.

Padre Aldo