Giovedì 2 giugno: Festa dell’ASCENSIONE del Signore

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Poi li condusse fuori Betania e, alzate le mani, li benedisse.
Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato verso il cielo. Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia; e stavano sempre nel tempio lodando Dio” (Lc 24, 50-52).

Ci si può chiedere: perché Gesù non è rimasto qui in mezzo a noi per continuare a compiere miracoli, sconfiggere ogni comportamento che distrugge l’uomo e rendere migliore il mondo?

Negli Atti degli apostoli un angelo rimprovera gli apostoli con queste parole: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo?».

È l’atteggiamento di quanti si aspettano che cada dal cielo ogni soluzione ai problemi che affliggono l’umanità. Sta, invece, a ogni credente assumersi le proprie responsabilità, immergendosi nel quotidiano per rendere migliore questo mondo.

L’ascensione è il giorno delle consegne, in cui bisogna prendere coscienza di ciò che si è, e assumere il coraggio di testimonialo la fede.

È il giorno della glorificazione di tutto l’uomo, in anima e corpo. Quell’uomo Gesù che sembrava sconfitto, umiliato, crocifisso, maledetto, proprio quell’uomo è esaltato da Dio al di sopra di tutti i cieli.

La logica di Dio è diversa da quella dell’uomo: Dio innalza il povero, il semplice, l’umile, il fallito, lo schiavo. L’uomo, invece, preferisce il ricco, il potente, il prepotente, lo scaltro, il disonesto.

L’ascensione è la glorificazione di Gesù che non è nascosto nel regno dei cieli, ma è presente dove ogni uomo o donna è calpestato nella propria dignità e dove agisce silenziosamente l’amore.

In questa missione non si è soli ad agire poiché la potenza dello Spirito abita in ogni persona di buona volontà.

Non è quindi corretto nella vita cristiana considerare l’Avvento, la Quaresima o addirittura le devozioni personali come aspetti coinvolgenti della spiritualità e vivere poco il mistero dell’Ascensione e della Pentecoste con il dono dello Spirito Santo.

Nelle preghiere poche volte si chiede il dono dello Spirito, tante volte doni particolari che ci stanno a cuore.

Ma è lo Spirito che trasforma il pane e il vino in Corpo e Sangue di Cristo, è nello Spirito che siamo battezzati, è lo Spirito che guida la Chiesa, che soffia sull’umanità perché cresca nella pace e nell’amore.

La certezza della sua presenza è confermata dal Risorto prima di salire al cielo: «Avrete forza dallo Spirito che scenderà su di voi» (At 1,8).