Domenica 26 giugno 2011 – TRE NUOVI BEATI

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Domenica 26 giugno 2011 per la nostra Diocesi di Milano sarà festa grande. Tre suoi figli saranno insieme proclamati “beati”: una suora, suor Enrichetta Alfieri; un parroco, don Serafino Morazzone e un missionario, padre Clemente Vismara.

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DON SERAFINO MORAZZONE

(Milano, 1/2/1747 – Chiuso, 13/4/1822)

«Era pio in tutti i suoi pensieri, in tutte le sue parole, in tutte le sue opere: l’amore fervente di Dio e degli uomini era il suo sentimento abituale; la sua cura continua di fare il suo dovere e la sua idea del dovere era tutto il bene possibile». Con queste parole Alessandro Manzoni descrive la figura di don Serafino Morazzone in Fermo e Lucia, suo confessore.  Serafino viene accolto in età scolare nel collegio di Brera,  dove, nel 1761, nasce la sua vocazione al sacerdozio.

A 13 anni chiede ed ottiene di vestire l’abito talare. Il 9 maggio 1773 fu ordinato sacerdote nella chiesa di Santa Maria presso San Satiro. Per moltissimi anni fu il parroco di Chiuso, piccolo comune di Lecco.

L’attenzione per i giovani, la cura per gli ammalati, la premura per i poveri, l’assiduità al confessionale, la santità di vita lo hanno reso punto di riferimento per gli abitanti del circondario di Lecco.

Il Cardinale Schuster lo definì «Novello “Curato d’Ars”».

Don Serafino fu sepolto nella chiesa dedicata a San Giovanni a Chiuso.

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PADRE CLEMENTE VISMARA

(Agrate Brianza 6/9/1897 – Mong Ping, Myanmar 15/6/1988)

Missionario in Birmania per 65 anni, ha dedicato la sua vita ai più piccoli, per educare e amare orfani a bambini abbandonati: oggi è invocato “protettore dei bambini”.  Ha portato la Chiesa in un difficile angolo di mondo. Nato ad Agrate Brianza nel 1897, si fece alunno del Seminario di Seveso San Pietro nel 1913 e qui maturò la decisione di diventare missionario.

Nella prima guerra, passa tre anni in trincea, mandato in prima linea. Terminata la guerra capisce che “la vita ha valore solo se la si dona agli altri” (scriveva) ed  entra nel Pime nel 1920 a Milano. Il 26 maggio del 1923, nel duomo di Milano, è ordinato sacerdote; il 2 agosto parte da Venezia per la Birmania. Dal 1924 al 1955, nell’area di Monglin fonda quattro distretti missionari portando la comunità cristiana a circa 2 mila battezzati.

Nell’aprile del 1931, con l’arrivo a Monglin di tre suore di Maria Bambina, Padre Clemente riesce ad aprire anche l’orfanotrofio femminile, oltre a quello maschile.

Dal 1941 al 1942, i missionari italiani del Pime (Vismara compreso) vengono internati dagli inglesi a Kalaw. Successivamente, la conquista giapponese della Birmania permette a Vismara di tornare a Monglin, e all’inizio del 1955 viene spostato a Mongping, 225 km da Monglin, dove rimane fino alla morte. Clemente torna in Italia per l’unica vacanza in patria nel 1957. Il 15 giugno del 1988 Clemente muore a Mongping ed è sepolto vicino alla chiesa e alla Grotta di Lourdes da lui costruite.

AlfieriSuor Enrichetta Alfieri

(Borgovercelli 23/2/1891 – Milano 23/11/1951)

Il 20 dicembre 1911 entra come postulante nella Congregazione delle Suore della Carità, nel Monastero “Santa Margherita” in Vercelli. Nel 1917 consegue il Diploma di abilitazione all’insegnamento elementare. Incominciano ad intravedersi i segni di una singolare missione che attraverserà tutta la vita di Suor Enrichetta: far rinascere la speranza cristiana nel cuore dell’uomo disperato. La sua formazione iniziale si conclude con l’emissione dei Voti temporanei il 10 settembre 1917. E’costretta ad abbandonare la scuola per motivi di salute e nell’aprile del 1920 le viene individuata la spondilite tubercolare. Nel gennaio 1923 è dichiarata in fin di vita. Il 25 febbraio in preda a indicibili  sofferenze beve un sorso dell’acqua di Lourdes con grandissimo sforzo. Dopo un breve svenimento sente una voce che le dice: “Alzati!”.  Subitamente si alza. Per trent’anni svolse il suo ministero nel carcere di San Vittore a Milano.

Scoppiata la Guerra, sotto la dominazione nazifascista, Suor Enrichetta con le sue Suore è in prima linea a difendere le vittime e collabora con l’opera del Cardinal Schuster per proteggere vite umane. Il 23 settembre 1944, pregata da una detenuta di origine armena, si lascia convincere a far recapitare un biglietto ai famigliari di questa al fine di salvare i fratelli ricercati. Il biglietto viene intercettato e lei viene arrestata con l’accusa di spionaggio e con il rischio, e quasi la certezza, della condanna alla fucilazione o alla deportazione in Germania. Dopo 11 giorni di detenzione in isolamento, grazie al Cardinal Schuster e a un amico di Mussolini, il pericolo della deportazione in Germania viene scongiurato: è condannata al confino a Grumello del Monte, Bergamo. Il 7 maggio 1945, Suor Enrichetta rientra a San Vittore. Muore il 23 novembre del 1951. La salma si trova nella Cappella della Piccola Casa San Giuseppe di Via del Caravaggio 10 a Milano (vicino a San Vittore).