“Un’avventura a buon fine”

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La signora Antonietta Frigerio, madre di Franco Castelli, il 2 agosto 2011 ha compiuto 100 anni.

Il 17 marzo 1861 l’unità d’Italia ne ha compiuti 150.

L’amore di Franco per la sua mamma e per la patria lo spingono a risalire nel tempo per scoprire un altro personaggio importante: suo bisnonno Antonio Castelli, nato a S. Agata nel 1829 (oggi avrebbe 182 anni).

Fa sempre piacere sentire raccontare qualche episodio della vita dei nostri cari.

Franco ce ne racconta uno curioso.

«Nei giorni tra il 18 e il 22 marzo 1848, egli sentì dire che a Milano c’era l’insurrezione degli abitanti contro i ‘tugnitt’, l’esercito austriaco che teneva sottomesso il Lombardo-Veneto. La notizia lo incuriosì tanto che decise di andare a Milano per rendersi conto di persona. Fattosi riempire il fagotto di viveri per il viaggio dalla madre Carolina, dopo ripetute raccomandazioni, di buon mattino si mise in viaggio a piedi per Milano.

Aveva solo 19 anni e le forze per intraprendere il viaggio non gli mancavano; infatti prima di mezzogiorno era già nella grande città. Le campane della città suonavano a martello, per incitare gli insorti a dare la carica e la forza morale ai combattenti.

Giunto all’angolo di una via, sentì una voce che gli diceva: “Ti uii, giuvinott, ven chi a dà una man chichinsci” (“Tu, giovanotto, vieni qui a dare una mano in questo posto”). A quell’appello, che senz’altro non s’aspettava ma in cuor suo forse desiderava, senza indugio s’avviò in quella direzione e con altri giovani entrò in una bottega da falegname, dando manforte per il trasporto di un massiccio banco di falegnameria nella via adiacente, in modo da sbarrare la via, facendo le famose “barricate”.

Probabilmente al mio antenato piangeva il cuore nel vedere un così bel banco da lavoro usato come “barricata” e, non resistendo all’impulso di estrarre dal banco le 4 ganasce di forza delle morse, le infilò furtivamente nel fagotto.

A quel punto il bisnonno forse pensava più alla realizzazione di un banco nuovo che all’insurrezione e si incamminò verso il centro presso un’altra barricata, mentre nella sua mente ormai martellava l’idea di costruirsi un banco con quelle 4 ganasce.

Intanto si faceva sera e accontentandosi di quel poco cibo che gli era rimasto, dovette passare la notte in un androne fuori mano. Il giorno seguente decise di tornare a casa, carico di eventi vissuti e con un fardello pieno di sogni. Giunto a casa, raccontò con enfasi quanto stava succedendo in città; poi con soddisfazione estrasse dal suo fagotto con aria di mistero le 4 ganasce da banco uscite dalla cinque giornate di Milano e le presentò ai famigliari.

Tutt’ora questi pezzi di semplice ferro danno testimonianza del glorioso passato e fanno bella mostra nel vetusto banco della bottega dei pronipoti a S. Agata.

Questa cronistoria mai scritta, tramandata da padre in figlio, vuole ricordare anche il mio nonno, il soldato Edoardo Frigerio, che ha dato il suo contributo al completamento dell’unità d’Italia, sacrificando la vita per la Patria il 18 marzo 1918, alla soglia dei 36 anni, sull’altipiano di Asiago; per cui ci siamo sentiti di esporre la nostra bandiera tricolore per più giorni sul balcone».  

Franco Castelli e Mons. Bruno Magnani