“Un Curato e una Canonica” (9° puntata)

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Allora vi furono quelli che malignarono contro i curato di Camporicco, attribuendo a lui la colpa dell’insuccesso della festa.

Il povero curato, stanco ormai di sentirsi ridire queste calunnie, andò in Curia arcivescovile a far valere i propri diritti; uno di quei degnissimi superiori gli diede ragione. Ma poi fecero l’imprudenza di dire ai signori Villata che era stato da loro il curato di Camporicco con degli incartamenti per vedere di impedire la detta festa ecc… Così il parroco si trovò contro anche questi signori insieme ai soliti briganti.

Ma anche la Curia arcivescovile, troppo riverente ai signori Villata, dopo di aver cercato di impedire la costruzione del campanile che in quell’anno 1799 si andava costruendo per opera del curato presso i compossessori di Cassina de’ Pecchi ed anche di Camporicco, non avendo potuto spuntarla, protestarono che almeno si dovesse supinamente stare al disegno approvato, per cui il parroco non ha più potuto mandarlo più in alto né fargli la cupola come intendeva fare senza aggravio della comunità.

Non solo ma osarono atti arbitrari e prepotenti, come tenere chiuso l’oratorio(chiesetta) dopo la messa festiva tutto il giorno per far sentire importante la loro parrocchia, facendo ricadere sopra il curato il malcontento di quegli abitanti.

Sopraggiunte altre difficoltà, il parroco Oggioni ha dovuto cedere al tempo e alle circostanze imperiose, cercando di fare officiare i detti signori Villata per mezzo del signor curato di Vignate, al quale erano molto deferenti e così, riunitisi, l’una e l’altra parte, si accordarono, soprassedendo ad ogni pretesa mediante una petizione dell’Oggioni stesso, del curato di Vignate e di Cernusco, nella quale si dichiara che nell’oratorio (chiesetta) non era lecito esercitare diritti parrocchiali, mentre il parroco di Camporicco poteva continuare a servirsi di quella chiesetta.

Per la grazia di Dio, con l’andar del tempo, tutto il popolo si era affezionato al curato ancora come prima e ancor di più. Da parte sua il parroco assicurava di aver disapprovato tutto quello che poteva portare disordine e dispiacere e di aver cercato di fare in tutto il suo dovere.

L’Oggioni termina qui la sua preziosa testimonianza autobiografica, facendo riferimento alla situazione politica di allora, che riassumo brevemente lasciando a lui il giudizio finale.

(Continua)

A cura di Mons. Bruno Magnani