“Un Curato e una Canonica” (13° puntata)

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Commento di Giampiero Zanchetta (giornalista cassinese 1928-1912)

“Il parroco Oggioni, oltre a brevi accenni riguardanti i quattordici curati che l’avevano preceduto, ci rassegna anche una dettagliata e minuziosa descrizione degli avvenimenti che caratterizzano i suoi ventidue anni di curàa in Camporicco.

Infatti, con il linguaggio curiale del clero settecentesco, oltre a scampoli di vita vissuta, ricchi di considerazioni severe e risentite nei confronti dei suoi “turbolenti” amministrati che degli organi civili e religiosi, l’Oggioni offre anche la sua personale e pittoresca lettura, corredata da feroci giudizi, nei confronti delle vicende politiche del suo tempo. Accadimenti drammatici e circostanze tragicomiche, corredate con pignoleria notarile da esposizione di fatto, nomi e date che consentono un’ampia e istruttiva conoscenza della quotidianità dei cassinesi di quegli anni lontani.

Con grande rigore, scevro da intendimenti autocelebrativi, il mesto “storico”, ci trasmette la sua biografia che è insieme un compendio di storia patria e religione e un interessante quadro dei rapporti che intercorrevano in quei tempi, tra la Chiesa, i nobili e il potere temporale…

Per la sua collocazione storica, situata in una quasi perfetta equidistanza temporale, nei quattrocento anni di vita della chiesa camporicchese, si può considerare il parroco Oggioni, un benemerito e provvidenziale spartiacque nella lunga esistenza di una comunità di fedeli.

A lui va riconosciuto l’innegabile merito di rappresentare, pur nelle intricate e tormentose vicende del suo”regno”, l’anello di ricongiunzione tra la spenta transitorietà dei secoli precedenti e una fase di stabilità, forse appiattita su di un vissuto quotidiano privo di iniziative comunitarie vivificate e coinvolgenti, ma almeno sereno e tranquillo, scevro come fu per un secolo intero, da diatribe, contestazioni e conflitti tra i parrocchiani, che avevano ormai definitivamente recepito il principio che stabiliva senza più equivoci, che la chiesa di Santa Maria Nascente in Camporicco, era e sarebbe stata la chiesa parrocchiale di Cassina de’ Pecchi a tutti gli effetti.

Nato e vissuto sotto un cielo a lui poco propizio, l’Oggioni lasciò certamente in eredità al suo successore, don Francesco Ratti, un congruo residuo di malasorte se è vero che nel 1815, per cause risultate ignote la chiesa prese disastrosamente fuoco, riportando danni irreparabili nonostante l’abnegazione e l’impegno dei fedeli nella difficile opera di spegnimento.

Per la gioia del parroco e dei fedeli, la marchesa Busca Serbelloni, unica figlia del duca Serbelloni, provvide a sue spese al rifacimento totale della chiesina e da allora iniziò un lungo periodo di vita parrocchiale sereno…

 

(Da “Le radici di una comunità” di Don Bruno Magnani e Giampiero Zanchetta)       

 A cura di Mons. Bruno Magnani