“MARIA: SPECCHIO del VOLTO DI DIO e della CHIESA”

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Il volto è l’espressione per eccellenza della persona, ciò che la rende riconoscibile e da cui traspaiono sentimenti, pensieri, intenzioni del cuore.

Dio, per sua natura, è invisibile, tuttavia la Bibbia applica anche a Lui questa immagine.

Mostrare il volto è espressione della sua benevolenza.

Il libro dell’Esodo dice che “Il Signore parlava con Mosè faccia a faccia, come uno parla con il proprio amico” (Es 33,11). Sempre a Mosè il Signore promette la sua vicinanza con una formula molto singolare: “Il mio volto camminerà con voi e vi darò riposo”.

I Salmi ci mostrano i credenti come coloro che cercano il volto di Dio e che nel culto aspirano a vederlo, e ci dicono che gli uomini retti lo contempleranno.

Tutto il racconto biblico si può leggere come progressivo svelamento del volto di Dio, fino a giungere alla sua piena manifestazione in Gesù Cristo.

Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna”: il volto di Dio ha preso un volto umano, lasciandosi vedere e riconoscere nel figlio di Maria. Ella è stata la prima a vedere il volto di Dio fatto uomo nel piccolo frutto del suo grembo.

Il primo volto che il bambino vede è quello della madre, e questo sguardo è decisivo per il suo rapporto con la vita, con gli altri, con Dio; è decisivo anche perchè egli possa diventare un “figlio della pace” (Lc 10,6).

Tra le molte icone della Vergine Maria nella tradizione bizantina, vi è quella detta “della tenerezza”, che raffigura Gesù bambino con il viso appoggiato – guancia a guancia – a quello della Madre.

Il Bambino guarda la Madre e questa guarda noi, quasi a riflettere verso chi osserva, e prega, la tenerezza di Dio, discesa in Lei dal Cielo e incarnata in quel Figlio di uomo che porta in braccio.

In questa icona mariana noi possiamo contemplare qualcosa di Dio stesso: un segno dell’amore ineffabile che lo ha spinto a dare il suo figlio unigenito.

Ma quella stessa icona ci mostra anche, in Maria, il volto della Chiesa, che riflette su di noi e sul mondo intero la luce di Cristo, e mediante la quale giunge ad ogni uomo la buona notizia: “Non sei più schiavo ma figlio” (Gal 4,7).

(Benedetto XVI)