Cosa dice la Chiesa: Inumazione o Cremazione?

265

«La Chiesa raccomanda vivamente che si conservi la pia consuetudine di seppellire i corpi dei defunti; tuttavia non proibisce la cremazione, a meno che questa non sia stata scelta per ragioni contrarie alla dottrina cattolica»

Codice di diritto canonico (can. 1176)


Mi è capitato recentemente (ma è solo uno dei tanti esempi sempre più frequenti) di accogliere lo sfogo di una persona che di fronte alla morte del proprio coniuge, dopo anni e anni di matrimonio, pur conoscendo la volontà contraria alla cremazione, ha dovuto scegliere la cremazione come soluzione. Una decisione che, guardando alla situazione attuale di Cassina (del Cimitero di Camporicco, in modo particolare), diventa per non pochi una “scelta” per forza. E’ vero anche che, in Italia, aumenta il numero delle persone che – per vari motivi – scelgono di farsi cremare dopo la morte. Siccome spesso vengono fatte domande a noi sacerdoti riguardo a questa prassi sulle indicazioni della Chiesa, desidero in occasione del Ricordo dei nostri Defunti ricordare alcuni punti.

  • La Chiesa da sempre ha indicato l’INUMAZIONE (= sepoltura di tutto il corpo) come il modo più giusto e rispettoso della persona e della fede nella risurrezione; quindi consiglia sempre la sepoltura integra della salma.
  • La Chiesa non è contraria alla CREMAZIONE, a meno che essa non sia scelta per motivi ideologici cioè contro la fede e la risurrezione dei morti; in questo caso non viene concesso il funerale al defunto. Anche nel caso che una persona volesse la dispersione – permessa dalle leggi civili – cioè che le proprie ceneri fossero sparse in giro per il mondo (acqua, monti o vento) non è permesso il funerale.
  • Nel caso della cremazione il funerale deve essere fatto sempre con la presenza della salma in Chiesa.
  • Dopo la cremazione si può chiedere al sacerdote di benedire il momento della posa in tomba dell’urna cineraria.
  • Infine se si sceglie la cremazione, per la Chiesa «la conservazione delle ceneri nell’abitazione domestica non è consentita», «devono essere conservate di regola in un luogo sacro, cioè nei cimiteri». Né è «permessa» la conversione delle ceneri «in ricordi commemorativi, in pezzi di gioielleria o in altri oggetti… ». (Istruzione sulla cremazione della Congregazione per la dottrina della fede approvata da papa Francesco, 25 ottobre 2016)

Mi è capitato anche di parlare con qualcuno che “enfatizzava” la cremazione come una conquista di civiltà, rispetto all’inumazione, considerata un’usanza del passato. Ancora oggi, la sepoltura è una scelta maggioritaria. E ha una ricca tradizione e simbologia che non va ignorata o abbandonata. In una società che tende a esorcizzare e nascondere la morte, i cimiteri ci ricordano i nostri limiti e la nostra precarietà di persone umane. Le tombe che conservano i resti mortali (ma anche le urne con le ceneri), corredate di foto, nome, cognome e qualche scritta, sono uno strumento visibile per rafforzare il legame affettivo con coloro, parenti e amici, che ci hanno preceduto. La Chiesa, infine, raccomanda la consuetudine di seppellire i defunti, rifacendosi all’esempio di Gesù che fu inumato. Affidare la salma alla terra ha un valore simbolico. La morte è considerata come un sonno, e la resurrezione come un risveglio. La polvere, poi, più che la cenere, ha un richiamo biblico: «Tornerai alla terra perché da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere ritornerai» (Genesi 3,19). Sono tante, lo so, le priorità nel nostro Paese. Essere in condizione di scegliere liberamente “come” dare il giusto riposo ai propri cari è un obbligo morale. Per questo speriamo che presto si trovi una soluzione per i nostri Cimiteri.

Don Massimo