Il Perdono è un dono o una conquista?

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Domenica scorsa, iniziata la Quaresima, abbiamo vissuto con gioia ed emozione nella nostra Comunità la Prima Confessione dei nostri amici di 4^ elementare. Incontrando una giovane mamma e parlando con lei del “dono” della Riconciliazione, mi ha liberamente confidato: “Don Massimo, ok è Quaresima, tempo di penitenza e conversione, ma come si fa a perdonare?”. Sapendo bene che il tema del perdono è un tema quaresimale importante che tocca la nostra umanità, il cuore di ciascuno e chiede ad ognuno di noi di verificarsi, di mettersi in gioco e di compiere (perché no?) i “propri” passi di conversione…. Ho trovato tra gli scaffali del mio studio, un testo spirituale dei miei anni di Seminario, un brano significativo. Lo offro a questa mamma come lettura in questa Quaresima, ma non solo a lei ma a tutti… (anch’io lo rileggo volentieri). Buona riflessione quaresimale! 

Don Massimo


DA: La comunità: luogo del perdono e della festa (Jean Vanier, Jaca Book, Milano 2000, pp. 50-53).

“È naturale che in un gruppo, in una comunità, ci siano vicinanze di sensibilità e blocchi tra sensibilità diverse. Queste cose hanno diverse motivazioni, spesso non abbiamo su di esse nessun controllo. Se ci lasciamo guidare dalle nostre emozioni, si costituiranno dei gruppuscoli chiusi all’interno della comunità più vasta. Allora non sarà più una comunità, un luogo di comunione, ma dei gruppi di persone più o meno chiuse su di sé e bloccate nei confronti degli altri. Quando si incontrano certi gruppi, o si entra in certe comunità si percepiscono subito queste tensioni e queste guerre sotterranee. Le persone non si guardano in faccia. Quando si incontrano nei corridoi, sono come navi nella notte.

Una comunità è tale quando la maggioranza dei suoi membri ha deciso coscientemente di spezzare queste barriere e di uscire dal bozzolo delle “amicizie” per tendere la mano ai “nemici”. Ma questo è un lungo cammino. Una comunità non si fa in un giorno. In realtà non è mai fatta! È sempre sia in progresso verso un amore più grande, sia in regresso, a seconda che le persone accettino o rifiutino di scendere nel tunnel della sofferenza per rinascere nello Spirito. Finché non accetto di essere un miscuglio di luce e di tenebre, di qualità e di difetti, di amore e di odio, di altruismo e di egocentrismo, di immaturità e di maturità, io continuo a dividere il mondo in “nemici” e “amici”, in “buoni” e “cattivi”; continuo ad erigere barriere dentro di me e fuori di me, a diffondere pregiudizi. Ma se ammetto di avere debolezze e difetti, di aver peccato contro Dio e contro i miei fratelli e sorelle ma che sono perdonato e posso progredire verso la libertà interiore e un amore più vero, allora posso accettare i difetti e le debolezze degli altri. Anche loro sono perdonati da Dio e possono progredire verso la libertà e l’amore; posso iniziare a vedere in loro la ferita che genera la paura, ma anche il dono che posso amare e ammirare. Siamo tutte persone mortali e fragili ma siamo tutti unici e preziosi. C’è una speranza; tutti possiamo progredire verso una libertà più grande. Impariamo a perdonare”.