Anche noi “discepoli di Emmaus” nelle giornate eucaristiche

200

Non sono pochi coloro che hanno trovato, proprio nell’Eucarestia, le forze necessarie per una vita onesta e per vivere la propria fede.

L’immagine dei due discepoli di Emmaus in cammino accanto a Gesù – ma non riconosciuto se non “allo spezzare il pane” – è anche l’immagine del cammino della vita di ciascuno di noi.

E’ curioso che di uno solo dei due discepoli di Emmaus conosciamo il nome: uno di loro si chiamava Cleofa. E l’altro? Non ha nome. Forse non ha nome perché quello è il posto di ciascuno di noi. Lì, in quello spazio bianco, c’è il posto per il nostro nome.

Sulla strada dei nostri interrogativi e delle nostre fatiche o delle nostre “tante cose da fare”, sulla strada che porta ad andare lontano da Gerusalemme, Gesù continua a volere farsi nostro compagno per aiutarci ad essere luce ai nostri passi.

Come per i due discepoli di Emmaus (Lc 24, 13-53), l’esperienza delle Giornate Eucaristiche che vivremo (da giovedì a domenica), vogliono essere anche per la nostra Comunità Pastorale, per le nostre Parrocchie e per ognuno di noi,  un “incontro” capace di ridarci speranza e gioia nella quotidianità.

E’ vero! Dio cammina accanto a noi, percorre con noi la strada della vita, ma la sua presenza è discreta e rispetta la nostra libertà: si lascia anche respingere. Si offre come compagno di viaggio e come guida, ma soltanto mediante la fede possiamo accoglierlo.

C’è sempre sufficiente luce, che proviene dalla fede, per riconoscerlo. E c’è sempre sufficiente oscurità per chi non vuole riconoscerlo.

Il cristianesimo è l’incontro con la persona viva di Gesù. Cercarlo, ascoltare la sua Parola, stare con lui, seguirlo è il cammino e il compito che ciascuno deve compiere.

Mi ricordo, come fosse ieri, le parole di Giovanni Paolo II rivolte a noi che partecipavamo alla Giornata Mondiale della Gioventù dell’anno 2000 a Roma: “In realtà, è Gesù che cercate quando sognate la felicità; è Lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di quello che trovate; è Lui la bellezza che tanto vi attrae; è Lui che vi provoca con quella sete di radicalità che non vi permette di adattarvi al compromesso; è Lui che vi spinge a deporre le maschere che rendono falsa la vita; è Lui che vi legge nel cuore le decisioni più vere che altri vorrebbero soffocare. E’ Gesù che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita qualcosa di grande, la volontà di seguire un ideale, il rifiuto di lasciarvi inghiottire dalla mediocrità, il coraggio di impegnarvi con umiltà e perseveranza per migliorare voi stessi e la società, rendendola più umana e fraterna”.

La Chiesa ha sempre considerato il sacramento dell’Eucaristia come il dono più prezioso di cui è stata arricchita. Usando i termini del Concilio Vaticano II,  è la fonte e il culmine di tutta l’evangelizzazione, tutto viene dall’Eucaristia e tutto porta all’Eucaristia.

La nostra Comunità, con generosità e stupore, possa fare in questi prossimi giorni la stessa esperienza dei discepoli di Emmaus che “Lo riconobbero nello spezzare il pane” (Lc 24, 35)

Don Massimo