Festa per i morti?

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In Paradiso si va solo con il bene che si fa…

Carissimi,

tra pochi giorni vivremo, come cristiani, giornate che toccano e coinvolgono in profondità la nostra vita, i nostri affetti, la nostra preghiera: la solennità di tutti i Santi ed il ricordo dei nostri cari Defunti. Anche se oggi (senza alcuna polemica, mi raccomando, perché è una “battaglia” persa!) il contesto culturale nel quale viviamo ha la pretesa di farci vivere delle “feste” che nulla hanno in comune con la nostra tradizione (es. Halloween), queste giornate dei Santi e dei Defunti ci sono troppo care e le sentiamo troppo “nostre” per trascorrerle senza una profonda commozione ed il bisogno di gesti e di preghiere che sgorgano spontanei dalla nostra vita cristiana.

Sono giornate che segnano la nostra vita perché ci “provocano” a rivivere la memoria di affetti da cui la nostra vita è stata nutrita ed a ravvivare la certezza di un incontro. Il nostro Arcivescovo Mario scrive nella sua Lettera Pastorale: “Il Signore Gesù, risorto, vivo presso il Padre per intercedere per noi è sempre con noi tutti i giorni. Questa certezza è la ragione della nostra invincibile fiducia e della speranza”.

Quanto abbiamo bisogno anche di questi giorni per fermarci e per interrogarci con sincerità sulla nostra vita! Quanto abbiamo bisogno di riflettere e di pregare! E (perché no?) verificarci, ad esempio, su come educhiamo i nostri figli o i nostri nipoti, fin da bambini, a vivere queste giornate che non sono di “lutto”, ma di speranza, di saggia proposta a guardare la vita che ha un “oltre” d’amore che è il Paradiso.

Sì, proprio così! Perché i Santi e i Defunti, ci parlano anzitutto di Paradiso!

Ci dicono che il nostro cammino sulla terra non è un semplice “vagabondare” ma un prezioso “pellegrinaggio” che non si conclude con la morte, ma si apre e si spalanca ad un gioioso “Incontro”. Sì ad un Incontro con la “I” maiuscola.

La visita ai nostri Cimiteri, i fiori, i ceri, le tombe … fanno nascere in noi pensieri e sentimenti di riconoscenza, di silenzio, di riflessione e di preghiera.

Davvero i Santi e i Defunti ci richiamano a tutto questo: a vivere con serietà ed intensità d’amore la nostra vita perché, come dice Papa Francesco, il “sudario non ha tasche”. In Paradiso si va solo con il bene che si fa…

 

Don Massimo