Attendere… ma con pazienza!

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Ed ecco, inizia l’Avvento! Un tempo liturgico che ci richiama all’attesa. Pensandoci bene, attendiamo già tanto nella nostra vita! Quando siamo in fila alla cassa del supermercato; quando, al ristorante, aspettiamo la pizza ordinata; quando aspettiamo il nostro turno per essere visitati dal medico o dal dentista.

Si aspetta in Stazione la Metro per Milano o quella giusta per Gessate che ferma a Cassina… Sì, nella quotidianità, è tanto il tempo di attesa, ma tante volte (oggi) questo “aspettare” può essere molto frustrante e sembra che il tempo non basti mai e il pensiero di avere tante cose da fare può rendere l’attesa davvero snervante. Ecco perché forse, oggi (il tempo del «tutto e subito») parlare di attesa appare sinonimo di passività e di poca voglia di fare.

La Chiesa col Tempo liturgico dell’Avvento ha il coraggio di ricordarci che nella vita cristiana l’attesa è fondamentale; «Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua resurrezione, nell’attesa della tua venuta».

Ogni volta che celebriamo l’Eucarestia, queste parole ci dicono l’importanza, per la nostra fede, dell’attesa della venuta del Signore. «Il cristiano», ha scritto il cardinale Newman, «è colui che attende il Cristo». Noi attendiamo Colui che è già venuto; davanti a sé il cristiano non ha dunque il nulla o il vuoto, ma una speranza certa, un futuro orientato dalla promessa del Signore: «Sì, verrò presto» (Apocalisse 22, 20). E come dice il nostro Arcivescovo Mario, “non siamo vagabondi, ma pellegrini”.

La sapienza contadina (e lo dice un brianzolo, cresciuto in un Cortile) ci è maestra nell’attendere: quando si semina, si attende con pazienza durante l’inverno che la natura faccia il suo corso e che a primavera avvenga il miracolo; così è questo Avvento che celebriamo nella fede.

L’attesa “paziente” è importante e necessaria!

Buon allenamento in questo tempo di Attesa che è l’Avvento!.

 

 

Don Massimo