Cara mamma, caro papà

243

Forse in qualche incontro mi hai già sentito dire: “Non si dà carta bianca a nessuno nell’educare tuo figlio o tua figlia. Né al prete, né al catechista, né all’Insegnante, né all’allenatore…”. Infatti il “primo” educatore, ricordatelo, sei sempre tu, siete voi, papà e mamma!

Ma è anche vero che non puoi fare tutto da solo ed in questo ci viene in aiuto un antico detto africano che dice: “per crescere un bambino ci vuole un villaggio”.

Mi piace vedere in questo “villaggio” la Comunità Educante dove il prete e il catechista (Oratorio), l’allenatore (Sport), l’insegnante (Scuola), il genitore (Famiglia) riconoscendosi preziosi nell’impegno educativo camminano in sinergia.

Perché vi dico questo?

Perché il 25 e il 26 novembre c’è un appuntamento importante: le Elezioni del Consiglio d’Istituto (e sono elettori tutti i genitori degli alunni iscritti alle scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado statali di Cassina de’ Pecchi e i docenti).

Nei 18 anni che ho insegnato Religione alla Scuola Media Statale (8 anni a Macherio e successivamente 10 anni a Besana in Brianza) ho fatto anche l’esperienza di essere eletto come Insegnante delle Medie nel Consiglio d’Istituto (Organo collegiale importante non solo per la burocrazia delle Scuole ma anche per le “scelte” educative) ed è stata per me un’esperienza arricchente.

Ringrazio i Genitori e gli Insegnanti che si sono messi in lista per vivere questo prezioso servizio all’interno dell’Istituto Comprensivo di Cassina.

Alcuni di loro li conosco bene (ed anche voi!) perché oltre allo Sport e alla Scuola, “vivono” anche la Comunità Pastorale, partecipano attivamente anche alla vita dell’Oratorio e so che possono svolgere davvero bene questo incarico con uno “sguardo educativo a 360 gradi”.

Il Card. Martini diceva saggiamente: “Educare è come seminare: il frutto non è garantito e non è immediato, ma se non si semina è certo che non ci sarà raccolto”.

Sì, il mio desiderio è che chi viene eletto abbia davvero a cuore l’intero “villaggio”.

 

Don Massimo