Come vanno i nostri asili parrocchiali?

347

Questa è una fra le domande più gettonate che capita al Parroco di sentire, soprattutto se la Comunità Pastorale di Cassina sceglie, in una domenica dell’anno, di mettere al “centro” dell’attenzione di tutti la realtà delle nostre Scuole dell’Infanzia “Don Ambrogio Verderio” e “Don Aurelio Vismara”.

Come vanno?

Anzitutto, guardando alla passione educativa delle nostre Insegnanti ed al generoso impegno di coloro che lavorano (in ruoli differenti) nelle nostre due Scuole, non posso che essere soddisfatto e contento dell’intero Staff di questa preziosa realtà. Infatti, vedete, non è sufficiente avere delle buone capacità ed una qualificata professionalità, ma trascorrere qui molto tempo della propria quotidianità richiede vivere il proprio lavoro come una particolare vocazione.

Il nostro Arcivescovo Mario, qualche mese fa, parlando ad un Convegno sulla Scuola Cattolica si è rivolto così ai presenti: “Insegnare e lavorare in una scuola cattolica non è una scelta solo professionale, ma è in qualche modo una ‘missione’ che coinvolge la persona tutta e chiama in causa anche l’aderenza al progetto cristiano”.

Credo sia proprio un dono vivere e “condividere” la propria professionalità in un Progetto così alto e di valore.

Poi, osservando la gioia dei nostri piccoli alunni (dalla Sezione Primavera alla Scuola dell’Infanzia) ed allo stupore ed alla curiosità che caratterizzano le loro giornate, in un contesto davvero familiare, mi sento di riaffermare, ancora una volta con convinzione, che i nostri due Asili parrocchiali oggi sono più che mai preziosi perchè culla della Comunità Pastorale. Sempre, in quel Convegno, il nostro Vescovo ha detto: “Il compito di questa presenza, di questa realtà è essere a servizio della cultura. E cos’è la cultura? Non certo indottrinamento, ma la tensione verso la pienezza dell’uomo, che ha a che fare con Dio. Educare vuol dire chiamare il bambino a confrontarsi con una proposta precisa, nel nostro caso la proposta cristiana”.

Non dimenticherò mai quel giovane papà che l’anno scorso, durante la Festa di fine anno, mi prese in disparte e mi confidò: “Sa don Massimo? Non sono per nulla credente, non siamo sposati né in Chiesa né civilmente, ma ringrazio questa Scuola perché mi sono accorto che mia figlia sta facendo un cammino e ricevendo dei doni che io con la sola mia compagna non avremmo mai potuto offrirle e renderla così contenta e curiosa”.

Sono queste le “reali soddisfazioni” che mi portano ad essere riconoscente per chi, prima di noi, ha voluto e pensato queste scuole nelle nostre Parrocchie e con fatica e sacrificio le ha iniziate!

Infine, non nascondo alla nostra Comunità il problema del calo dei bambini. Infatti non sempre tutti i posti lasciati vuoti da chi termina il percorso dell’Infanzia vengono poi rimpiazzati con altrettanti nuovi iscritti.

In questi ultimi anni soprattutto, noi come tutti, ci accorgiamo di questo dato obiettivo.

Permettetemi ancora una volta di riprendere alcune parole del nostro Vescovo: “In Italia esiste una profonda disparità tra la scuola statale e quella paritaria. Innanzi tutto a partire dai termini: si tende a identificare come scuola “pubblica” solo quella statale, dimenticando invece che anche le scuole paritarie sono scuole pubbliche. Ma a creare disparità è soprattutto la fatica richiesta alle famiglie che fanno questa scelta, dal punto di vista economico…”.

E’ vero! C’è un calo demografico che nei prossimi anni aumenterà sempre più. E’ vero occorrerebbe, da parte di tutti, una progettualità ed uno sguardo più attento al territorio, alla sua storia, alle realtà già presenti prima di … Mi fermo qui. (Potrei fare un lungo elenco di osservazioni ma non è questo il luogo per tale riflessione).

Però permettetemi di concludere con un fiducioso appello rivolto ai nonni e ai giovani genitori ai quali piacerebbe iscrivere i propri nipoti o figli alla Scuola dell’Infanzia Parrocchiale ma (per vari e diversi motivi e circostanze) sono condizionati o dalla retta da pagare o dalla distanza da casa propria.

Riguardo alla retta ricordatevi che la Comunità Pastorale, non da oggi, viene incontro “in mille modi e agevolazioni” a chi, condividendo pienamente la scelta educativa, ha qualche difficoltà economica. Non deve essere questo, nel modo più assoluto, il criterio di una scelta così importante!

Così pure, riguardo alla distanza o alla comodità nel raggiungere la Scuola, credo che la vita ci insegni che, a volte, le cose belle meritano fatica e tempo.

Allora termino con un “motto” che potremmo oggi condividere insieme (Comunità – Scuole parrocchiali – Famiglia): “Fare il bene ma farlo bene”!

Don Massimo