Come posso fare la carità?

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Anche qualche giorno fa una signora che stava entrando in Chiesa a Natività di M. V. a Camporicco, vedendomi scendere dalla macchina, si è avvicinata e mi ha fermato chiedendomi: “Scusi, padre, mi può suggerire come posso fare la carità?”.

Questa è una fra le domande più frequenti rivolte ad un prete.

Sinceramente non ho la bacchetta magica e senz’altro non esiste una ricetta pronta per dire “la Carità va fatta così”.

Infatti ciascuno di noi ha la propria sensibilità ed anche riguardo ad un semplice gesto (come ad esempio fare l’elemosina a chi incontro per strada) possiamo avere opinioni e motivazioni diverse fra loro.

Personalmente mi ha sempre colpito una provocazione (fra le tante) del Cardinal Martini quando invitava ad interrogarsi e a verificare il nostro cammino sul fatto che “ci deve essere un modo intelligente nel vivere la carità”.

Due domeniche fa abbiamo sostenuto la Comunità Filippina per il loro Paese colpito dal Vulcano e per coloro che sono stati evacuati dalle loro case.

Domenica scorsa abbiamo celebrato la Giornata per la Vita e abbiamo venduto le Primule il cui ricavato è stato destinato al CAV (Centro Aiuto alla Vita) del nostro Decanato di Cernusco sul Naviglio.

Nei Tempi forti (Avvento e Quaresima) proponiamo sempre dei Progetti di Carità (documentati, gestiti, pensati e realizzati in Paesi in via di sviluppo, solitamente grazie ai nostri missionari) e non dimentichiamo la Raccolta Viveri.

Questo elenco potrebbe continuare ma mi soffermo su un Progetto “significativo” qui in mezzo a noi a Cassina de’ Pecchi. Un Progetto che ha una continuità ed una concretezza nella nostra Comunità.

Sto parlando del Progetto “Famiglie che aiutano Famiglie” della nostra Caritas Cittadina.

In alcune domeniche dell’anno, al termine delle SS.Messe festive nelle nostre tre Parrocchie, invitiamo tutti a sostenere questo particolare Progetto di Carità offrendo agli Incaricati ciò che si vuole.

Questa “cassa comune” che viene raccolta e gestita direttamente dalla nostra Caritas qui a Cassina de’ Pecchi è preziosa per aiutare famiglie della nostra Comunità e per intervenire concretamente in qualche situazione critica.

Tutto questo non viene fatto “a caso” ma la decisione di aiuto viene presa dopo aver incontrato ed ascoltato la persona in difficoltà o la famiglia, aver compreso la situazione, aver constatato le reali necessità, aver individuato insieme degli obiettivi di intervento e di tempo (per sei mesi, per un anno, per un periodo stabilito). Vorrei dirvi molto di più, ma come potete immaginare, per la Privacy non posso raccontarvi il “quanto” la nostra Caritas cittadina (pur nel suo piccolo) riesce a fare.

“Scusi, padre, come posso fare la carità?”.

Si può sempre (… in ogni luogo, in ogni tempo, in ogni incontro) “fare il bene”.

Il mio discreto invito e suggerimento è quello di continuare a fare il bene (fare la Carità) ma a “farlo bene”.

Madre Teresa di Calcutta, donna di Carità, diceva: “L’amore non è accondiscendente, e la carità non ha nulla a che vedere con la pietà: è amore. Carità e amore sono la stessa cosa. Con la carità dai amore: perciò non limitarti a dare denaro, ma invece tendi la mano”.

Posso accontentarmi a “fare l’elemosina” a chi, sempre, mi tende la mano quando vado in quel luogo o mi trovo in quel posto… ma posso anche interrogarmi e scegliere una forma di Carità che sia più incisiva e rispettosa della persona che chiede aiuto ed anche più “giusta” ed impegnativa per me che la vivo e la porto avanti con fedeltà.

 

Don Massimo