San Fermo e le epidemie

678

San Fermo era un soldato romano di origine africana, convertito al Cristianesimo, che era di stanza a Bergamo e fu martirizzato, secondo la tradizione, esattamente il 9 agosto del 304 d.C.. Divenne oggetto di particolare devozione a Verona, dove esiste ancora la basilica di S. Fermo Maggiore. Nel 1575 san Carlo Borromeo (1538-84) riportò le sue reliquie a Bergamo, diffondendone la fama in tutta la Lombardia.

Come arrivò la devozione a S. Agata?

Nel 1576 a Milano scoppiò la peste, che colpì anche il territorio di Cassina de’ Pecchi e S. Agata. All’epoca Camporicco e Cassina non erano ancora parrocchie, S. Agata invece sì (1574). Dieci anni prima san Carlo aveva ordinato di abbattere la cappella di S. Mauro presso Cascina S. Moro e di impiegare il materiale edilizio nell’ampliamento di un’altra cappella, che corrisponde all’attuale chiesa parrocchiale.

S. Mauro era un soldato africano come san Fermo. Durante la peste del 1576 i santagatesi iniziarono spontaneamente a guardare con simpatia anche al Santo africano appena traslato a Bergamo e, in una data imprecisata tra il 1579  e il 1605, gli dedicarono uno degli altari dell’erigenda chiesa di S. Agata, come forma di ringraziamento. A partire dagli atti della visita pastorale del  1605  l’altare  a destra della navata risulta essere definitivamente intitolato sia a san Mauro che a san Fermo.

Dopo il 1610, anno della canonizzazione di san Carlo, il grande Borromeo cominciò ad essere associato nella devozione popolare al martire che aveva traslato. Senza andare molto lontano, san Fermo e san Carlo vengono messi uno accanto all’altro negli affreschi della chiesa di S. Pancrazio a Gessate, degli inizi  del Seicento. Entrambi iniziavano ad essere invocati contro la peste e le epidemie.

Il culto di san Fermo crebbe enormemente nei decenni successivi: la reliquia attualmente in possesso della parrocchia di S. Agata è un dono del 1647, mentre il 2 agosto 1701 Papa Clemente XI (1700-21) certificò la nascita della sagra del 9 agosto esentando i santagatesi dal “digiuno di san Lorenzo”, che veniva all’epoca osservato alla vigilia del 10 agosto.

Giovedì 23 aprile in preghiera con i nostri preti