Quali frutti dal Natale di Gesù?

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Abbiamo da poco iniziato un nuovo anno (lasciando alle spalle un 2020 abbastanza impegnativo) e pur avendo celebrato, più di una settimana fa, il 25 dicembre, la nascita di Gesù, siamo ancora nel Tempo di Natale!

Mi sono chiesto: “Quali frutti il Natale di Gesù ci offre per iniziare un anno nuovo”?

So benissimo che potrebbero essere tanti ed anche diversi (e forse qualcuno – ne sono convinto – ne sta già gustando non pochi) ma desidero semplicemente offrire alla vostra riflessione alcuni “frutti” che ritengo preziosi per una Comunità che desidera camminare e crescere.

La LUCE

L’immagine più suggestiva di questi giorni è stato il vedere su molte finestre e balconi delle nostre case il Cero del Natale con il quale abbiamo voluto simbolicamente illuminare con la Luce del Santo Natale la nostra Comunità di Cassina in un momento particolare che tutti noi stiamo attraversando. Un frutto del Natale di Gesù potrebbe essere quello di tenere sempre accesa questa Luce nel proprio cuore e non dimenticarsi che la mia presenza, la mia parola, i miei gesti, il mio semplice sorriso possono essere “luce” per chi è accanto a me o solamente incontro, per vari motivi, sulla mia strada.

La NEVE

La nevicata appena avvenuta, oltre ad aver imbiancato ogni cosa, ha creato subito un clima di silenzio dove si respirava lo stupore. Credo siano stati questi i due atteggiamenti principali di chi, nella notte di Natale a Betlemme, si è portato davanti alla mangiatoia di Gesù. Ma credo sia anche l’esperienza che qualcuno di noi può aver fatto rimanendo qualche istante in raccoglimento davanti ad un Presepe. Un frutto del Natale di Gesù potrebbe essere proprio quello di saper valorizzare alcuni momenti di silenzio nel “tran tran” quotidiano e settimanale così da gustare e riscoprire in noi ancora la capacità di stupirci (non solo per le cose che faccio ma anche nelle relazioni che vivo).

L’ INCARNAZIONE

Il Mistero del Natale, dell’Incarnazione ci ricorda la dimensione della fede come esperienza. C’è una frase di Benedetto XVI che Francesco ripete spesso: “La fede non è una ideologia, una morale… la fede è un incontro, un’esperienza”. Il Natale celebra il nascere del bambino. Ma colui che viene ad abitare in mezzo a noi, pianta la sua tenda. E’ l’inizio di una dimora del Signore tra noi. Inizio di una relazione fatta di amicizia.

Un frutto del Natale di Gesù è quello di custodire la Sua presenza nella propria vita. Costruire una relazione con Lui (fatta di tempo, di dialogo, di ascolto). Vivere la fede e non solo celebrarla. E mettersi in gioco nel cammino di fede con la testa e col cuore!

Il TABERNACOLO

Nelle nostre tre Chiese parrocchiali, in questo Natale, la Statua di Gesù Bambino, è stata collocata sopra il Tabernacolo. Mi colpisce ascoltare la profezia di Isaia (“Un bambino è nato per voi”) e sapere che il nome “Betlemme” (città dove nasce il Figlio di Dio, l’Emmanuele, il Dio con noi) significa (ma guarda un po’?) “Casa del pane”. Sì, mi colpisce, perché accosto facilmente questo “per voi” col dono stesso dell’Eucarestia: “Questo è il mio corpo offerto in sacrificio per voi”.

Un frutto del Natale di Gesù è quello di tenere sempre fisso il nostro sguardo su di Lui e saper stare alla Sua presenza in preghiera di adorazione ed allenarsi a partecipare gioiosamente e con fedeltà all’Eucarestia e nutrirci di questo Pane vivo, che è dato a noi.

Caro Gesù Bambino,
la Tua Luce (nonostante le mie tenebre e le mie ombre) abiti in me, nel mio cuore così che io possa brillare ed essere luce per altri.

Caro Gesù Bambino,
possa vivere attimi di silenzio nel quotidiano per gustare maggiormente lo stupore

Caro Gesù Bambino,
“che io ti cerchi desiderandoti e ti desideri cercandoti, che io ti trovi amandoti e ti ami trovandoti”.

Caro Gesù Bambino,
possa tenere sempre lo sguardo fisso su di Te e trovarti “realmente presente” nell’Eucarestia.

Don Massimo