La Chiesa unita

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Leggiamo insieme la Lettera dell’Arcivescovo (Parte II)

Sono tre gli aggettivi significativi che l’Arcivescovo attribuisce alla Chiesa: unita, libera e lieta. Partiamo dal primo aggettivo: unita. C’è un versetto del Vangelo di Giovanni che senz’altro fa da filo conduttore in questa parte della Lettera Pastorale: “Perché tutti siano una cosa sola; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato” (Gv 17,21).

Più volte ritorna questo concetto nel pensiero dell’Arcivescovo: “coloro che condividono lo stesso pane, il Corpo di Cristo, diventano un solo corpo”. Infatti, ogni volta che partecipiamo alla S.Messa, ascoltiamo le parole del celebrante durante la consacrazione: “Ti preghiamo umilmente: per la comunione al Corpo e al Sangue di Cristo lo Spirito Santo ci riunisca in un solo corpo” (Preghiera Eucaristica II)

Anche in questa parte della lettera, come nell’introduzione, troviamo una domanda, un interrogativo che fa bene al nostro “essere Chiesa” e senz’altro è capace di scuoterci e di farci riflettere:

Possiamo celebrare il mistero che ci dona la grazia di partecipare alla comunione trinitaria ed essere divisi, scontenti gli uni degli altri, invidiosi, risentiti?

L’attenzione e la cura che il Vescovo ci invita ad avere è senz’altro sul “celebrare”.

Infatti celebrare non è solo rito, non è solo raduno. E’ grazia, è opera di Cristo che dona lo Spirito che produce frutti di comunione e contrasta con le “opere della carne” (cfr. Gal 5,19ss).

Un’attenzione ed una cura che diventano un invito alla “conversione”: desiderio di unità.

Concludo con il particolare della copertina di questa lettera pastorale:

Santissima Trinità, tratto dall’Evangeliario Ambrosiano.

Bella questa riflessione! La comunione trinitaria segno dell’unità nell’essere Chiesa.

Già Tonino Bello (già vescovo di Molfetta scomparso prematuramente nel 1993 e del quale, nel 2010, è stata avviata la causa di beatificazione) spiegava così il mistero di un Dio solo in tre Persone:

“Non parlo di uno più uno più uno: perché così fanno tre. Parlo di uno per uno per uno: e così fa sempre uno. In Dio, cioè, non c’è una Persona che si aggiunge all’altra e poi all’altra ancora. In Dio ogni Persona vive per l’altra”.

Concludo (e ringrazio l’Arcivescovo per la sua concretezza …) con queste sue parole:

“Non siamo ingenui: le tentazioni di protagonismo, di rivalità, di invidia, di scarsa stima vicendevole sono sempre presenti e seducenti. Ci sono stati tempi di confronti aspri, di polemiche e divisioni anche nella nostra Chiesa. La preghiera di Gesù che chiede al Padre la grazia dell’unità sia la nostra preghiera e decida la disponibilità di tutti

“Tutti siamo una cosa sola” (Gv 17,21)!

Questa invocazione di Gesù possa davvero abitare la nostra umile preghiera e incoraggiare la nostra semplice disponibilità nell’essere Chiesa “unita”.

Don Massimo