6 marzo 2022 – Le ceneri … perche’?

292

Un Rito che segna l’inizio della Quaresima (che faremo domenica prossima a tutte le SS.Messe, al termine dell’Eucarestia) è la Benedizione e l’Imposizione delle Ceneri (ottenute dai rami di ulivo benedetti distribuiti la domenica delle Palme dell’anno precedente).

Da sempre la cenere è simbolo di penitenza. Questa simbologia legata alla fragilità umana ricorre spesso nella Bibbia. Pensiamo ad Abramo che si rivolge a Dio con queste parole: “Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere…” (Gen 18,27), o Giobbe che dice: “Mi ha gettato nel fango: son diventato polvere e cenere” (Gb 30,19), solo per citare due passi.

Pensate, anche nelle antiche civiltà precristiane la cenere veniva usata per mostrare il dolore e il pentimento. Nell’antica Grecia, per esempio, ci si cospargeva il capo di cenere per piangere la morte di una persona cara. In Medio Oriente, nell’antichità, per manifestare cordoglio o pentimento ci si versava cenere in testa, o ci si sedeva o rotolava nella cenere.

Anche Gesù stesso invoca la cenere come segno di pentimento e contrizione: “Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsàida; perché se in Tiro e in Sidone fossero state fatte le opere potenti compiute tra di voi, già da tempo si sarebbero ravvedute, prendendo il cilicio e sedendo nella cenere” (Lc 10,13).

Già nel X secolo era diffusa l’usanza di benedire le ceneri. Chi le riceve lo fa invocando lo spirito della vera penitenza. In passato (se lo chiediamo ai nostri nonni ce lo confermano) il sacerdote imponeva la cenere sulla fronte dei fedeli recitando questa formula: “Memento, homo, quia pulvis es, et in pulverem reverteris”, ovvero “Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai” (Genesi 3,19).

Con il Concilio Vaticano II si stabilì di cambiare questa formula, che tuttavia viene ancora utilizzata. La nuova formula che accompagna l’imposizione delle ceneri è: “Convertitevi e credete al Vangelo” (Mc 1, 1-15).