Quando la parrocchia è “casa mia”

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La Parrocchia S.M.Ausiliatrice nei giorni scorsi è stata destinataria di un gesto “provvidenziale” di affetto e di gratitudine da parte di una nostra fedele parrocchiana.

Infatti la sig.ra Marisa Barindelli (mancata l’8 luglio 2021 a 85 anni) ha voluto nel suo Testamento lasciare alla Parrocchia una “importante donazione”.

Un gesto che esprime attenzione, gratitudine e testimonia lo sguardo e la sensibilità che Marisa e il suo caro marito Doriano Agostini (mancato qualche anno prima di lei, il 27 gennaio 2018 a 87 anni) hanno voluto riservare alla Parrocchia che hanno abitato, vissuto, vista crescere e nella quale si sono formati nel loro cammino di sposi e hanno condiviso con altri i propri valori.

Ci tenevo a farmi inviare dalle loro nipoti (che ringrazio!!) questa foto (anche se non perfetta) perché senz’altro molti di voi si ricorderanno bene di loro e della loro fedele presenza alla vita della Parrocchia che hanno considerato sempre “loro casa” fino alla fine…

Come Parroco non posso che essere profondamente riconoscente per questo gesto di generosità (segno di una gratitudine per ciò che si è ricevuto e prezioso strumento di condivisione). Sarà premura della nostra Parrocchia ricordare Marisa e Doriano come speciali “benefattori” e pregare per loro.

Un “dono” inaspettato che mi permette di trattare un argomento delicato.

Oggi, alla Radio o in Televisione o sui Giornali, si parla infatti di testamenti, dunque delle ultime volontà che ciascuno di noi può manifestare rispetto all’uso che – dopo la nostra morte – vogliamo si faccia del nostro patrimonio, piccolo o grande che sia.

Argomento senz’altro delicato, perchè ha a che fare con la nostra morte alla quale, senza pagane scaramanzie, siamo chiamati a prepararci. Un testamento è una cosa seria: lì ci si gioca l’opportunità di recuperare occasioni perdute, la possibilità di chiudere in pace la nostra vita.

Non dobbiamo vergognarci di parlare di testamento, perchè siamo convinti che significa parlare di futuro, di un futuro nel quale altri uomini e donne, fratelli e sorelle, possano trovarsi bene. Un futuro in grado di vedere prolungato l’impegno per l’educazione dei ragazzi, per la carità, per la cura dei malati, per la ricerca e per il bene comune che hanno segnato la vita di tante persone.

La scelta di Marisa e di Doriano è stata quella di ricordarsi anche della Parrocchia in cui hanno vissuto, pregato, visto la vita dell’Oratorio SDS, l’impegno della Scuola Don Verderio, la presenza della Caritas, la risposta alle emergenze (straordinarie e ordinarie).

Non nascondo che anche per le nostre Parrocchie i lasciti testamentari sono molto importanti e preziosi. Soprattutto in un periodo (che si preannuncia critico per tutti) solo tali scelte e gesti permettono di guardare al futuro, di affrontare manutenzioni straordinarie o di incamminarsi in progetti in grado di rispondere alle sempre nuove esigenze che siamo e saremo chiamati ad affrontare.

Quindi un grazie sincero a Marisa e a Doriano perché ci permettono oggi di parlare di questo e soprattutto perché loro non ne hanno solo parlato ma l’hanno deciso e fatto dimostrando fino alla fine una sensibilità particolare per la “loro” Parrocchia.

Sono stati una preziosa goccia. Sì “goccia”.

Infatti Madre Teresa di Calcutta diceva (e tanti lo sanno):“Quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno”

Proprio così!

Don Massimo