La Speranza

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Dopo l’ascolto ed il silenzio, come atteggiamenti preziosi di una seria vita spirituale, in questo “vocabolario dell’Avvento” (che stiamo lentamente “rispolverando”) mi piace recuperare un’altra parola, altrettanto importante, che dice un atteggiamento fondamentale del cammino di un cristiano: la speranza.

Nella pagina del profeta Isaia di domenica scorsa abbiamo ascoltato forti inviti alla speranza.

Coraggio, non temete! Si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi. Allora lo zoppo salterà come un cervo, griderà di gioia la lingua del muto”. (Is 35, 4-6)

Il Tempo di Avvento è un costante allenamento alla Speranza (con la “S” maiuscola).

La Liturgia, la Parola, il Canto, le Preghiere… sono un continuo invito (come ha fatto Isaia con il Popolo di Israele) a custodire e vivere di Speranza per una Promessa già compiuta (l’Emmanuele il Dio con noi) e per un Incontro che vivremo, ognuno di noi, terminato

questo viaggio, o meglio ancora, questo pellegrinaggio terreno.

L’Avvento ci invita a muoverci, a vivere, a camminare, a gioire… mettendo a fuoco queste due “venute”: il Natale di Gesù e l’Incontro promesso con Lui.

Mi piace condividere con voi una semplice testimonianza di questi giorni che prendo dal quotidiano Avvenire. Nella pagina destinata alle Lettere al Direttore (di mercoledì 23 novembre) Marco Tarquinio si è trovato una lettera “inaspettata” di un suo giornalista (Cesare Cavalleri) che iniziava così:

“Carissimo direttore, i medici mi hanno graziosamente comunicato che mi restano 9 settimane di vita. Non immaginavo simile conclusione, ma prendo volentieri atto e mi tuffo nella preparazione immediata al grande salto…”

Vi invito a leggere questa bella testimonianza ed anche la risposta del Direttore. Il titolo dato a questa lettera è davvero bello: Un amico e grande firma si congeda e da cristiano prepara il “grande salto”.

E’ lo stesso invito che non si stanca di rivolgerci papa Francesco: “Se non c’è la speranza, noi non siamo cristiani. Per questo a me piace dire: non lasciatevi rubare la speranza. Che non ci rubino la speranza, perché questa forza è una grazia, un dono di Dio che ci porta avanti guardando il Cielo.

Sì, la speranza. O meglio, la Speranza.

In queste settimane, nei prossimi giorni che ci preparano alla gioia del Natale ritagliamoci un momento per verificare la nostra vita, riflettere sul proprio cammino, guardare al nostro futuro e sui passi fatti e da fare domandiamoci:

Quale Speranza abita in me?

La Grazia di un cammino di Avvento ci permette questa profondità!

Don Massimo