Mentre preparavo il Breviario per il Tempo di Quaresima e mettevo ordine tra le varie immaginette e foto che (come potete ben intuire) occupano immancabilmente i Breviari e i libri di noi don, ho ritrovato un ritaglio di giornale con riportata una storia della Seconda Guerra Mondiale.
Maggio 1945. La Seconda Guerra Mondiale era finita. La Germania, sconfitta, era stata occupata dalle truppe americane, inglesi e russe. In una cittadina tedesca, una compagnia di soldati americani aveva deciso di ricostruire la chiesa, completamente distrutta dalle bombe. Durante lo sgombero delle macerie, un soldato trovò fra i calcinacci la testa di un Gesù crocifisso molto antico. Colpito dalla bellezza di quel volto, lo mostrò ai compagni. “Cerchiamo gli altri pezzi e ricostruiamo il crocifisso”, propose uno. Si misero tutti a frugare con pazienza fra le macerie. Rovistando qua e là, soprattutto vicino all’altare, trovarono molti frammenti del crocifisso. Con calma, due soldati tentarono di ricomporre il crocifisso frantumato. Ma nessuno riuscì a trovare le mani di Gesù. Quando la chiesa fu ricostruita, anche il crocifisso riprese il suo posto sull’altare. Mancavano soltanto le mani. Ma un soldato collocò ai piedi del crocifisso un cartello con queste parole: “Ich habe keine anderen Hànde als deine”. Cioè: “Ora ho soltanto più le tue mani”.
Credo che la Quaresima, dove nel Deserto siamo invitati a metterci in ascolto della Parola, a celebrare l’Eucarestia, a valorizzare la nostra preghiera anche sostando davanti al Crocifisso, ci dia l’occasione di riflettere – come ci ha invitato a fare molto bene don Sergio nella prima Lectio vissuta – sul fatto che “viviamo di una vita ricevuta”.
Che bello se il cammino che ci prepara alla Pasqua, in queste settimane, riesce a farci riscoprire la bellezza di essere figli (grazie al Battesimo) e di essere fratelli in Gesù nella nostra Comunità.
Che bello se i nostri momenti quaresimali possono aiutarci ad avere uno sguardo speciale su chi è accanto a noi o semplicemente incontriamo per diversi motivi nelle nostre giornate.
Che bello se la Grazia di questo tempo liturgico scalda il nostro cuore e lo rende capace di amare come il Suo.
Che bello se gustando la Sua Misericordia ci sentiamo potenti nel donarla in piccoli gesti e semplici parole.
Mi piace concludere offrendovi un testo per la preghiera (che senz’altro già conoscete) che alcuni attribuiscono a Raoul Follereau, altri ad un anonimo fiammingo del XIV secolo
Cristo non ha mani. Ha soltanto le nostre mani per fare oggi il suo lavoro.
Cristo non ha piedi. Ha soltanto i nostri piedi per guidare gli uomini sui suoi sentieri.
Cristo non ha labbra. Ha soltanto le nostre labbra per raccontare di sé agli uomini di oggi.
E sì! Le “mani di Gesù” possono essere le nostre. Possiamo esserlo noi!
Buona Quaresima, il cammino continua…
Don Massimo