JMJ 2011 a Madrid – Testimonianza di Chiara

JMJ 2011 a Madrid – Testimonianza di Chiara

LA NOSTRA JMJ: “RADICATI E FONDATI IN CRISTO, SALDI NELLA FEDE”

Come raccontare a un mese da queste meravigliosa esperienza cosa è stata per noi questa GMG a Madrid? Come raccontare questa settimana, tanto bella, tanto intensa, tanto importante nel nostro cammino di giovani?
Come raccontare questo nostro viaggio, il volo, la meravigliosa compagnia dei venti giovani dell’oratorio di Segrate con cui abbiamo condiviso questa esperienza, l’arena e la palestra di Moralzarzal in cui abbiamo alloggiato insieme a centinaia di altri ragazzi della diocesi di Milano, i mezzi pubblici madrileni sempre pienissimi (e mai nessuno che spingesse, sgomitasse o si lamentasse!) e le brevi conversazioni in metropolitana con persone sconosciute ma al tempo stesso così vicine, così solidali; il pullman perso la prima sera e atteso fino a notte fonda su un marciapiede della capitale tra la stanchezza e le risate, le catechesi dei vescovi italiani, preziosissimi momenti di festa, meditazione e riflessione personale, la Via Crucis con il Papa, l’ottimismo di don Paolo e don Andrea, la forza e l’esempio di Madre Elisa, il loro entusiasmo; il caldo, le corse, la fatica e le attese in fila, ma anche i cori, i sorrisi, il cammino lungo ma festoso per arrivare all’aeroporto militare di Cuatro Vientos.

E come raccontare l’incontro con il Papa a Cuatro Vientos, con la sua pioggia, i teli, le borse bagnate, le bandiere che non hanno mai smesso di sventolare, i canti… e il silenzio della preghiera, quel silenzio che immerso in un oceano di due milioni di giovani non ti aspetteresti mai, il silenzio che in un oceano di due milioni di giovani ha voluto gridare al mondo la gioia dello stare insieme, la bellezza del condividere con gli altri la propria vita e la propria fede.

Il “Grazie” commosso del Papa al termine della veglia.
«Cari amici, grazie per la vostra gioia e per la vostra resistenza! La vostra forza è più grande della pioggia. Grazie! Il Signore, con la pioggia, ci ha mandato molte benedizioni. Anche con questo siete un esempio».

Un grazie che riempie il cuore.
«Cari giovani! Abbiamo vissuto un’avventura insieme. Saldi nella fede in Cristo, avete resistito alla pioggia! Prima di lasciarvi, desidero augurare a tutti la buona notte. Riposate bene. Grazie per il sacrificio che state facendo e che, non ho dubbi, offrirete generosamente al Signore. Ci vediamo domani, a Dio piacendo. Vi attendo tutti. Vi ringrazio per il meraviglioso esempio che avete dato. Come questa notte, con Cristo potrete sempre affrontare le prove della vita. Non lo dimenticate! Grazie a tutti!».

Come raccontare con parole che non appaiano banali un’esperienza tanto intensa, personale e al tempo stesso di apertura al mondo intero?

Partecipare a un’avventura come la GMG ci ha fatto davvero sentir parte di una storia grande, di una storia con delle radici profonde. «Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede», recita lo slogan della GMG: noi abbiamo ripercorso queste radici interrogandoci, grazie all’aiuto dei vescovi che ci hanno guidato nelle catechesi, su come essere nel mondo d’oggi testimoni veri e entusiasti di una fede autentica, gioiosa, capace di creare relazioni: con Dio, tra di noi, con gli altri, nel mondo. Queste le parole del card. Tettamanzi al termine della sua catechesi: «L’augurio e il compito che affido a tutti e a ciascuno di voi è che l’esperienza intensa di questa Giornata Mondiale della Gioventù susciti in voi la passione e l’entusiasmo per essere testimoni di Cristo, perché ogni uomo possa trovare nella Chiesa una tenda accogliente, per il ristoro, il riposo, il dialogo e l’amicizia, e possa trovare, incontrando Cristo, il vero volto dell’uomo».

Abbiamo capito che la nostra presenza lì, tra due milioni di altri giovani era davvero importante. Ma perché abbiamo deciso di partire? Per divertirci, certo; perché insieme è più bello; per curiosità; soprattutto, perché chiamati. Chiamati dal Santo Padre, chiamati dai nostri don, dalle madri, dai nostri amici; chiamati dal Signore. Ciascuno di noi ha risposto: anche noi, nel nostro piccolo, con la nostra presenza, abbiamo voluto dire il nostro sì. Un sì partito da lontano, meditato, desiderato, atteso, preparato, organizzato, su cui tante volte, sotto il sole o sdraiati su un marciapiede sotto un cielo stellato ad attendere un pullman che sarebbe arrivato solo ore più tardi o coperti da teli sotto la pioggia, si è scherzato (ma chi ce lo ha fatto fare?!?!?!?). Un sì che non ci ha fatto tornare a casa a mani vuote, ma con il cuore pieno di sorrisi, di volti, di colori, di gioia grande, vera, autentica. Una gioia che non puoi tenere dentro, ma che vuole diventare testimonianza per tutti della bellezza dell’incontro con il Signore e con gli altri, con il Signore negli altri.

L’esperienza che abbiamo vissuto ci spinge ora a reinterpretare alla luce di queste giornate straordinarie l’ordinarietà della nostra vita quotidiana. A capire che è nella condivisione, nel mettersi in gioco giorno per giorno che possiamo crescere nella fede.

«Portare Cristo agli altri è un dono che ci chiede impegno, coraggio, anche una certa lotta interiore; e diventa possibile nella misura in cui vogliamo davvero bene agli altri: tutti noi desideriamo condividere con le persone che ci sono care le gioie più grandi e i beni più preziosi che possediamo. […] La nostra preghiera deve essere sempre una preghiera universale e capace di intercessione per tutti gli uomini e tutti i popoli; ed è una preghiera che nasce prima di tutto perché il mondo ci sta a cuore […]».

Grazie a chi ci accompagnato in questa esperienza, grazie a tutti i compagni di avventura.
L’avventura, quella vera, continua ancora adesso!

«Non è possibile incontrare Cristo e non farlo conoscere agli altri. Quindi, non conservate Cristo per voi stessi! Comunicate agli altri la gioia della vostra fede. Il mondo ha bisogno della testimonianza della vostra fede, ha bisogno certamente di Dio. Penso che la vostra presenza qui, giovani venuti dai cinque continenti, sia una meravigliosa prova della fecondità del mandato di Cristo alla Chiesa: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura» (Mc 16,15). Anche a voi spetta lo straordinario compito di essere discepoli e missionari di Cristo in altre terre e paesi dove vi è una moltitudine di giovani che aspirano a cose più grandi e, scorgendo nei propri cuori la possibilità di valori più autentici, non si lasciano sedurre dalle false promesse di uno stile di vita senza Dio».

Chiara