JMJ 2011 a Madrid – Testimonianza di Simone

JMJ 2011 a Madrid – Testimonianza di Simone

Madrid, 16 – 23 Agosto 2011 – E’ stata la mia prima Giornata Mondiale della Gioventù, e non sarà l’ultima: ho vissuto un’avventura estrema, vera ed emozionante. In quei giorni siamo riusciti a conoscere ragazzi e ragazze provenienti da ogni parte del mondo, ci siamo divertiti, abbiamo faticato, siamo sopravvissuti ai 42 gradi dei giorni più caldi, abbiamo scoperto che dormire per terra non è così male, ci siamo goduti la sangria e la paella, abbiamo portato a casa ricordi e, ognuno a modo suo, abbiamo incontrato il Signore.

Armati dei nostri zaini JMJ, dei buoni pasto e di molta voglia di vivere, attraversavamo le viscere della città per partecipare a messe con migliaia di persone, prendere parte a catechesi tenute in hangar giganteschi ed assistere alla via crucis con installazioni mozzafiato. Fuori dagli impegni GMG, eravamo intenti a visitare Puerta del Sol e Cibeles, a camminare tra i giardini di El Prado, a fare un salto nel monastero di San Lorenzo del Escorial e a riposarsi nel Campo del Moro a Palacio Real (dove è severamente vietato calpestare l’erba).

Durante questi spostamenti si incontravano volti nuovi e si parlava con tutti: “Dove alloggiate? Da dove venite? Quanto state qua? Dove andate?”. Al momento capivamo solo di essere legati agli altri dalla maglietta gialla, dallo zaino bruttino ma pratico, dall’inevitabile aria trasandata, dagli invidiati cappelli di paglia che i tedeschi scambiavano con tutti tranne che con noi; ma ripensandoci ciò che ci legava -o meglio, che ci lega- era la fede!

Il momento più indimenticabile è stata la notte del 17: una tromba d’aria ha rotto il silenzio della veglia, costringendo due milioni di persone (non si fa per dire, eravamo davvero due milioni) a rifugiarsi sotto i teli del pellegrino, cercando pressoché inutilmente di coprire sé stessi e il cibo dei giorni successivi. Don Paolo stranamente non dormiva, ma aspettava impassibile che l’acqua smettesse di dargli noia. Per fortuna nel giro di qualche minuto il cielo è tornato sereno, il Papa si è rimesso il copricapo, e tutto si è sistemato. Per festeggiare sono stati sparati i fuochi artificiali.

Come ogni avventura che si rispetti, il viaggio di ritorno è stato una piccola odissea: a causa di un ritardo a Madrid abbiamo perso la coincidenza a Barcellona! Per tornare a casa ci siamo dovuti dividere su tre voli e alcuni hanno dovuto cambiare aeroporto, ma, nonostante tutto, entro la notte del 23 (il giorno dopo) eravamo tutti a casa sani e salvi. E già ci mancavano gli altri settecento pellegrini che dormivano con noi nel polisportivo di Moralzarzal.

Simone