Pasqua 2009

310

La Leggenda del Pettirosso

 

Venerdì: meriggio di sole. Su un monte tre croci con altrettanti uomini pendenti. Vicino alle croci donne che piangono, che pregano, uomini imprecanti che giocano.

Tutto il creato si commuove alla vista del Creatore morente e si sconvolge.

Le tombe non possono trattenere gli scheletri, la terra si apre, il sole si rifiuta di illuminare le cose e gli uomini.

Su un albero smette di cinguettare un passero, preso da grande tristezza. Guarda lontano. Vede… Vede… «Come deve soffrire» cinguetta. Si decide e volando attraverso il tramonto senza sole, si posa sul capo di Gesù: capelli d’oro ingemmati di molte macchie di sangue; i suoi occhi sono dolci e sereni, intorno alla divina bellezza del volto, raggi di luce.

«Che cosa posso fare per te?» bisbiglia. Una improvvisa dolcezza s’impadronisce del suo cuore: una decisione.

Col debole becco si attacca ad un purpureo spino conficcato sul capo di Gesù dalle malvagità degli uomini.

Si sforza, tira, piange per l’impotenza.

Finalmente eccolo fuori.

Un sorriso sul volto di Gesù e un premio al passero grigio. Una rossa macchia di sangue imperla e imperlerà sempre le piume del pettirosso.

 

Il più Povero

 

Un mendicante camminando attraverso i campi, diceva tra sè, come coloro che non hanno amici a cui confidare i propri crucci: «Io sono il più povero di questo mondo. Avevo un cappello e il vento me lo portò via.

Avevo un mantello e i ladri me lo rubarono. Avevo un bastone e ho dovuto bruciarlo per fare un po’ di fuoco per riscaldarmi.

Avevo una ciotola e l’onda del fiume se la trascinò con sè.

Ormai restano solo le mani per bere. Io sono il più povero».

«No, fratello, il più povero sono io!».

Quel mendicante si volse e vide il Signore.

«Fratello, tu hai ancora le mani per bere. Le mie mani sono state trafitte. Io sono il più povero!».

 

Le Mani di Gesù

 

Rifletti su tre atteggiamenti delle mani di Gesù durante i giorni del Triduo Pasquale.

 Giovedì Santo: le mani di Gesù erano aperte per donare l’Eucarestia.

Venerdì Santo: le sue mani erano squarciate per i chiodi della crocifissione: il dolore vissuto con amore.

Domenica di Risurrezione: le mani di Gesù erano alzate in segno di vittoria sul male e sul peccato: vittoria d’amore.

 

(A cura di Monsignor Bruno Magnani)