Domenica dell’Incarnazione del Signore – Divina Maternità di Maria

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Solo Dio, al quale nulla è impossibile, può far sì che una vergine diventi madre, rimanendo vergine.

Alla notizia che sarebbe diventata madre, Maria rimase molto turbata, avendo fatto il voto di verginità, d’accordo col suo sposo Giuseppe.

Vari personaggi prima e dopo di lei rimasero turbati davanti alle realtà soprannaturali: si turbò Mosè, dinanzi al roveto ardente; si turbò Elia, quando capì che il Signore gli si era avvicinato nel mormorio di un vento leggero; si turbò Isaia, quando ebbe una visione  della gloria di Dio nel tempio di Gerusalemme; si turbò Pietro, quando capì, tramite un miracolo, che in Gesù c’era un misterioso potere divino; si turbò Adamo, quando sentì i passi di Dio nel giardino.

Allo stesso modo si turbò Maria.

Ma, avute le debite spiegazioni, Maria immediatamente credette, aderendo al progetto divino, rispondendo all’angelo Gabriele: «Ecco la serva del Signore: avvenga di me secondo la sua parola».

Maria rimase fedele a questo impegno per tutta la vita, nei momenti sereni e nei momenti drammatici.

Giovanni Paolo II ha commentato questa fedeltà di Maria chiedendosi: “Che significato ha questa fedeltà di Maria? Quali sono le dimensioni di questa fedeltà?”.

Il Papa stesso rispose alle sue domande.

La prima dimensione della fedeltà di Maria è la ricerca; Maria si mise a cercare il senso profondo del disegno di Dio in lei. Quando chiese all’angelo: «Come avverrà questo, poichè non conosco uomo?», Maria fa una ricerca.

Anche per noi non ci sarà fedeltà senza una ricerca paziente e generosa del piano di Dio.

Ciascuno dovrebbe chiedere a Dio: «Cosa vuoi da me?».

La seconda dimensione della fedeltà di Maria è l’accettazione del piano divino su di lei.

«Avvenga per me secondo la tua parola», cioè: «Sono pronta, accetto».

Questo è il momento cruciale della fedeltà; è il momento nel quale l’uomo percepisce che nella chiamata di Dio ci sono più zone di mistero che di evidenza.

S. Agostino, quando gli proposero con insistenza di diventare prete, si mise a piangere; non si sentiva preparato.

Momento cruciale per tutti è quello dell’accettazione definitiva, accettazione di un progetto divino per l’intera vita; è stato così anche per la Vergine Maria.

La terza dimensione della fedeltà di Maria è la coerenza. Si tratta di vivere in accordo con quanto si crede; si tratta di accettare anche incomprensioni e persecuzioni, per non cadere nella dissociazione tra ciò che si vive e ciò che si crede; questa è la coerenza.

C’è una quarta dimensione della fedeltà di Maria, la fedeltà deve passare per la prova più esigente: quella della perseveranza.

È facile essere coerenti per un giorno; difficile esserlo per tutta la vita. Facile perseverare nella vita di grazia per qualche tempo ma è duro perseverare nella rinuncia al peccato per tutta la vita.

È facile essere fedeli al coniuge nel poco tempo del viaggio di nozze, meno facile esserlo in tutto il corso della vita coniugale.

È facile essere coerenti nell’ora dell’entusiasmo; è difficile esserlo nell’ora della tribolazione.

Eppure la vera fedeltà è la coerenza che dura per tutta la lunghezza della vita sulla terra.

Il della Vergine Maria, pronunciato nel momento dell’annunciazione, trova la sua pienezza nel silenzioso che ella ha ripetuto ai piedi della Croce.

Solo lei è la Vergine fedele nel senso più pieno.

Guardiamo quindi a Maria, imitiamo il suo sì coerente e perseverante, e invochiamola con fiducia perché ci sostenga sempre, specialmente nei giorni della tentazione.