Omelia del 7 maggio 2010 – VI Domenica di Pasqua

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Andiamo verso la fine del tempo pasquale e contempliamo un aspetto sempre più coinvolgente della “gloria” di Cristo (Ascensione di Gesù al cielo che celebreremo giovedì, in un giorno non festivo): la sua partecipazione – anche come uomo – della natura divina, della vita della Trinità. Il vangelo di oggi ce lo dice con un giochetto di parole incompreso dagli apostoli: “Un poco e non mi vedrete, un poco ancora e mi vedrete”.

La contemplazione di Gesù ci fa scoprire una cosa: il progressivo avvicinarsi di Gesù – nella sua natura umana e quindi nella sua personalità complessiva di uomo-Dio – alla sua forma definitiva che è quella di risorto, sacerdote della nuova ed eterna alleanza (cf. epistola di oggi – Lettera agli Ebrei).
E’ così anche per noi. Anche per noi la vita è una storia, un cammino, o – usando l’immagine del vangelo di oggi – un parto. Noi nasciamo definitivamente quando raggiungiamo la “gloria” che è anche per noi la forma definitiva della nostra vita. Si può applicare al cammino progressivo della nostra vita quanto Gesù dice nel vangelo di oggi: “molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso”. Man mano nella vita “lo Spirito di verità vi guiderà a tutta la verità” di voi stessi.

Quando nella prima lettura ascoltiamo il racconto che san Paolo fa della sua vita, ci rendiamo conto della consapevolezza che lui ha della sua vita come di un cammino condotto con misericordia infinita da Dio.

La Chiesa ci educa a concepire la nostra vita come un cammino (e non come un caotico susseguirsi di istanti slegati tra loro e alla fine senza senso) quando ci fa celebrare i Sacramenti. Essi accompagnano tutta la nostra vita dall’inizio (Battesimo/Cresima) alla fine (unzione dei malati) passando per i sacramenti del cammino (confessione e eucaristia) e quelli dell’età adulta (Matrimonio e Ordine Sacro). E’ il Signore che attraverso la sua azione conforma la nostra vita alla sua e la conduce alla “gloria”, cioè al suo compimento definitivo.
La Chiesa ci educa anche quotidianamente quando ci fa recitare la liturgia delle ore: Lodi (il mattino), terza-sesta-nona (durante il giorno), vespero (la sera), compieta (prima del riposo notturno). Non solo ogni stagione della vita ma anche ogni ora è piena della presenza del Signore che sta generando in noi la conformità a lui, alla sua vita e alla sua gloria.