Notizie dal gruppo missionario n. 63

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Da AsiaNews, 9 novembre 2010

SRI LANKA – A. SAUDITA

Giovane musulmana singalese condannata a morte in Arabia Saudita. Appello dei cattolici

di Melani Manel Perera

Colombo – E’ ufficiale: la giovane Rizana Nafeek, in prigione dal 2005 a soli 17 anni con la falsa accusa di omicidio, è stata condannata a morte. Anche p. George Sigamony, direttore nazionale della Caritas dello Sri Lanka, prende la parola sul suo caso, e con AsiaNews lancia un appello per lei e la situazione ormai ingestibile dei lavoratori migranti: “Ora che, purtroppo, il verdetto è stato emesso, l’unica cosa che possiamo fare è continuare a pregare per lei e la sua situazione”.

La condanna a morte della ragazza è stata confermata a fine ottobre in appello.

Rizana, minorenne all’epoca dei fatti, era stata mandata in Arabia Saudita – con passaporto falso – a lavorare come cameriera. Quando il bambino del suo datore di lavoro è morto mentre lei prestava servizio, è stata accusata di omicidio e condannata a morte con un processo-farsa, basato su una confessione firmata senza che ne conoscesse il contenuto, perché scritta in un’altra lingua.

Dopo aver ottenuto tutela legale e un traduttore, ha ritrattato la confessione, spiegando che la tragica morte non era stato altro che un incidente. Ma a nulla è servito.

P. Sigamony lavora per la liberazione di Rizana dal 2007. Egli racconta ad AsiaNews: “Abbiamo portato avanti molte campagne in Sri Lanka, e raccolto migliaia di firme che abbiamo inviato anche alle autorità competenti in Arabia Saudita. Inoltre, abbiamo attirato l’attenzione internazionale, grazie anche alla rete della Caritas, ma senza successo”.

Il direttore della Caritas sottolinea poi un ulteriore aspetto della situazione: “Il colpevole che ha inviato Rizana in Arabia Saudita con una procedura illegale [la ragazza era minorenne quando ha iniziato a lavorare] è ancora vivo, libero, lavora, gode di tutti i diritti: anche di quello di accusare. Vogliamo esprimere la nostra opposizione, e sollecitiamo il governo ad attuare una politica che

tuteli i lavoratori migranti”.

Nel frattempo, anche l’Asian Human Rights Commission (Ahcr) ha rilasciato un comunicato: “Non lasciate che Rizana Nafeek diventi vittima della pratica infame dell’Arabia Saudita di condannare a morte delinquenti minorenni”. E precisa che c’è bisogno di continua pressione su sua altezza re Abdullah bin Abdul Aziz Al Saud, e sul ministro degli Interni, per concedere la grazia, e chiedere il perdono alla famiglia del bambino.

Secondo l’Ahcr, l’Arabia Saudita ha uno dei tassi più alti di esecuzioni nel mondo. Stando alle statistiche di Amnesty International sulle condanne a morte, almeno 69 sono state eseguite in Arabia Saudita nel 2009; 102 nel 2008. Alla fine del 2009, Amnesty International ha denunciato la presenza di almeno 141 persone nel braccio della morte in Arabia Saudita, di cui 104 cittadini stranieri. Lavoratori migranti provenienti da Africa, Asia e Medio Oriente sono le principali vittime.

Da AsiaNews, 13 dicembre 2010


SRI LANKA – A. SAUDITA

Sri Lanka, musulmani e cattolici uniti per salvare la vita di Rizana Nafeek

di Melani Manel Perera

Colombo – In Sri Lanka musulmani e cattolici si mobilitano insieme per salvare la vita di Rizana Nafeek, la cameriera musulmana condannata a morte in Arabia Saudita per il presunto omicidio di un neonato. Ieri tre moschee del distretto di Galle, nel sud dello Sri Lanka, hanno ospitato preghiere in onore della ragazza e organizzato raccolte di firme da inviare a re Abdullah bin Abdul Aziz Al Saud, affinché conceda il perdono e salvi la vita della giovane singalese.

Ancora a Galle, il 10 dicembre scorso – la Giornata mondiale dei diritti umani – gli imam di altre tre moschee hanno mostrato la loro solidarietà dedicando qualche minuto della preghiera del mezzogiorno per la sopravvivenza di Rizana. Inoltre, hanno firmato la petizione da mandare al re saudita.

Nello stesso giorno, molti cattolici giunti nella chiesa della Madonna Addolorata a Jaela (distretto di Gampaha) per la novena settimanale hanno firmato la petizione Save Rizana”.

Una dichiarazione dell’Asian Human Rights Commission (Ahcr), rilasciata oggi, ricorda che “Una campagna dal titolo “Save Rizana”, organizzata da Janasansadaya e l’Ahcr, è stata lanciata a Galle il 10 dicembre 2010, nella Giornata mondiale dei diritti umani”. Secondo tale dichiarazione, più di 1.500 persone hanno partecipato a questa campagna.

P. George Sigamony, direttore nazionale della Caritas dello Sri Lanka, lavora per la liberazione di Rizana dal 2007. Sin dall’inizio di questo caso, ha fatto appello a tutti i fedeli cattolici affinché preghino per la salvezza della ragazza.

Il presidente dello Sri Lanka Mahinda Rajapaksa ha chiesto in via ufficiale il perdono per Rizana, secondo un annuncio diramato dalla segreteria presidenziale.

(…) Se la condanna sarà confermata dal re, la ragazza potrà essere giustiziata in qualsiasi momento.

Anno II, n. 34

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