GIOVEDÌ 23 GIUGNO: SOLENNITÀ DEL CORPUS DOMINI

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“Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue”

Queste parole che Gesù pronunciò nell’Ultima Cena, vengono ripetute ogni volta che si rinnova il Sacrificio eucaristico. L’istituzione dell’Eucaristia ci appare come anticipazione e accettazione da parte di Gesù della sua passione e morte.

Scrive in proposito sant’Efrem Siro: “Durante la cena Gesù immolò se stesso; sulla croce Egli fu immolato dagli altri“.

La Croce è pertanto mistero di amore e di salvezza, che ci purifica dai peccati, e ci santifica scolpendo l’alleanza nuova nel nostro cuore. L’Eucaristia, rendendo presente il sacrificio della Croce, ci rende capaci di vivere fedelmente la comunione con Dio.

San Giovanni Maria Vianney amava dire ai suoi parrocchiani: “Venite alla comunione. È vero che non ne siete degni, ma ne avete bisogno”.

Con la consapevolezza di essere inadeguati a causa dei peccati, ma bisognosi di nutrirci dell’amore che il Signore ci offre nel Sacramento Eucaristico, rinnoviamo la nostra fede nella reale presenza di Cristo nell’Eucaristia.

Non bisogna dare per scontata questa fede!

C’è il rischio di una secolarizzazione strisciante anche all’interno della Chiesa, che può tradursi in un culto eucaristico formale e vuoto,  in celebrazioni prive di quella partecipazione del cuore che si esprime in venerazione e rispetto per la liturgia. E’ sempre forte la tentazione di ridurre la preghiera a momenti superficiali e frettolosi, lasciandosi sopraffare dalle attività e dalle preoccupazioni.

Nel Padre Nostro, la preghiera per eccellenza, diciamo: “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”, pensando naturalmente al pane d’ogni giorno per noi e per tutti gli uomini. Questa domanda, però, contiene qualcosa di più profondo. Il termine greco che traduciamo con “quotidiano”, potrebbe alludere anche al pane “soprasostanziale”, al pane “del mondo a venire”.

Alcuni Padri della Chiesa hanno visto qui un riferimento all’Eucaristia, il pane della vita eterna, del nuovo mondo, che ci è dato già oggi nella Santa Messa, affinché sin da ora il mondo futuro abbia inizio in noi.

Con l’Eucaristia dunque il cielo viene sulla terra, il domani di Dio si cala nel presente e il tempo è come abbracciato dall’eternità divina.                                                                                                                

   (Dall’omelia di Benedetto XVI)