15 agosto: FESTA DELL’ASSUNTA, “Maria tra cielo e terra”

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Dicevano  i Padri della Chiesa: “Maria ha contenuto in sé Colui che neppure i cieli possono contenere”.

Perciò la santità di Maria non solo è la più grande e la più vicina a Dio ma è anche la più intima perché, come diceva sant’Agostino “la carne di Cristo è la carne di Maria”. Questa profonda ed indissolubile unione nella carne e nel sangue venne esplicandosi anche straordinariamente in una intima unione nei sentimenti, nella fede, nella vita e nella morte.

Questa creatura è stata giustamente assunta in Cielo come regina degli esseri celesti e degli esseri umani, ma ciò non significa che ella debba essere percepita come una figura irrealistica di donna, troppo idealizzata e troppo lontana dalla realtà terrena.

Nel passato, prima del Concilio Vaticano II, Maria indubbiamente era stata quasi sempre presentata più nella sua celeste regalità che nella sua umanità.

Tuttavia, fermo restando che una regina è pur sempre una regina che nel caso specifico dispone di immensi poteri tutti finalizzati a rendere gloria a Dio stesso e a sostenere uomini e donne nel faticoso cammino verso la salvezza eterna, la svolta antropologica del Concilio Vaticano II ha fatto riscoprire Maria come la “donna di Nazaret” nella sua piena umanità.

In lei troviamo, a fianco di Gesù, una donna pienamente realizzata, ma solo dopo aver accolto la volontà di Dio che si rivelava a lei, nel suo costante cammino di fede, quale vera discepola di Cristo.

Per cui riscoprire l’umanità di Maria, la sua missione di educatrice dell’uomo Gesù, ci fa confidare in lei non solo come colei che comprende la nostra situazione umana, ma anche come un modello che ci mostra che è possibile vivere il vangelo in pienezza a partire da quei sentimenti espressi nel suo “Magnificat”.